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Qual è la differenza tra vino biologico e vino biodinamico?

Qual è la differenza tra vino biologico e vino biodinamico?

Anche il vino può essere biologico o biodinamico, aggettivi che si riferiscono al metodo di coltivazione delle uve e di produzione della bevanda

Vino biologico e vino biodinamico, qual è la differenza? Queste espressioni sono sempre più presenti tra i termini che compaiono sulle bottiglie stappare ogni giorno. In questi casi, tuttavia, non ci si riferisce alle caratteristiche del vino, ad esempio il residuo zuccherino o l’annata delle uve utilizzate, bensì al metodo di coltivazione delle stesse uve e al processo di vinificazione seguito dal produttore.

Anche il vino può essere biologico o biodinamico, aggettivi che si riferiscono al metodo di coltivazione delle uve e di produzione della bevanda.
Foto: Rodrigo Abreu @Unsplash

Il vino biologico

Quando si parla di vino biologico, ci riferisce a quei prodotti derivanti da uve coltivate secondo le linee guida dell’agricoltura biologica. Parliamo di una pratica riconosciuta e regolamentata a livello mondiale. In Italia si fa riferimento alle normative dell’Unione Europea. Nei Paesi membri l’attività è infatti inquadrata dai regolamenti CE n. 834/2007 e CE n. 889/2008. A livello pratico, l’agricoltura biologica raccoglie una serie di tecniche che, a differenza di una coltura intensiva, non utilizzano fertilizzanti o insetticidi chimici, favorendo invece prodotti naturali.

Nell’agricoltura biologica inoltre sono vietati Ogm, antibiotici od ormoni di crescita e si pratica in genere la rotazione delle colture, la consociazione tra piante e viene promosso l’utilizzo di risorse locali dove possibile. L’obiettivo è quello di trovare un equilibrio tra agricoltura e ambiente, rispettare i cicli naturali e minimizzare l’impatto delle colture sulla biodiversità del suolo coltivando in modo sostenibile.

Per quanto riguarda il vino biologico, c’è poi un Regolamento europeo (203/2012) che indica nello specifico quando un prodotto può fregiarsi della dicitura e del logo previsto a livello comunitario. In sostanza, si ribadiscono gli stessi concetti dell’agricoltura bio: è ammesso solo l’uso di uve coltivate con metodi di agricoltura biologica, quindi senza sostanze chimiche di sintesi e senza Ogm; la vinificazione va fatta utilizzando solo i prodotti enologici e i processi autorizzati dal regolamento, evitando l'aggiunta di sostanze chimiche usate abitualmente per correggere il vino. Ad esempio, i solfiti per i quali sono fissate quantità massime: nei rossi biologici 100 mg/l, nei bianchi e rosè 150 mg/l.

Il vino biodinamico

Se si ha tra le mani una bottiglia di vino biodinamico, si parla invece di una bevanda ricavata da uve coltivate con l’omonimo metodo. L’agricoltura biodinamica, tuttavia, non è regolamentata dall’Unione Europea. Come mai? In breve, perché annovera tra le sue soluzioni pratiche scientificamente ancora non verificate come l’uso di particolari preparati animali, vegetali e minerali utilizzati soprattutto per la concimazione o la consultazione delle fasi planetarie per governare i tempi di produzione. Motivi per cui è stata osteggiata e poi eliminata la sua equiparazione al metodo biologico nel disegno di legge sull’agricoltura biologica approvato nel 2022 dal Parlamento italiano.

L’agricoltura biodinamica è nata a partire dagli anni ’20 del ‘900 dalle teorie del teosofo austriaco Rudolf Steiner. Al di là di alcune pratiche esoteriche e influenze filosofico-spirituali, il metodo biodinamico ha diversi elementi in comune con quello biologico, tra cui il divieto di utilizzo di sostanze chimiche come fertilizzanti o pesticidi. Entrambi i metodi sfruttano pratiche rigenerative del terreno come la rotazione delle colture, il compostaggio, la consociazione e l’utilizzo degli animali. Nonostante l’assenza di un inquadramento legislativo, l’agricoltura biodinamica ha un proprio ente certificatore internazionale, Demeter.

Il vino biodinamico si ottiene dunque da questo tipo di agricoltura che, semplificando, può essere definita un’agricoltura biologica più severa e rigida, ma non legittimata dagli scienziati. Anche nel biodinamico vengono usati meno solfiti rispetto al vino classico, con soglie ancora più basse rispetto alla vinificazione bio: 70 mg/l nei vini rossi, 90 mg/l nei vini bianchi e 60 mg/l in quelli frizzanti.


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