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Cos’è la Cop15, il vertice dell’Onu sulla biodiversità?

Cos’è la Cop15, il vertice dell’Onu sulla biodiversità?

Oltre a quello sui cambiamenti climatici, esiste un filone di Cop sulla tutela della biodiversità di cui fa parte la Cop15, ecco cos’è

Essendoci lasciati alle spalle da pochi mesi la Cop26 di Glasgow e con la Cop27 in Egitto ormai alle porte, ultimamente qualcuno potrebbe avere avuto dei dubbi sentendo parlare anche di Cop15. Tranquilli, nessun problema di conteggio e nessun refuso. Ma allora cos’è questa Cop15? Si tratta sempre di un vertice legato alle Nazioni Unite (Onu), ma focalizzato sulla difesa della biodiversità, tema che spesso passa in secondo piano rispetto ai cambiamenti climatici ma importantissimo per le nostre vite.

Cos’è la Cop15, il vertice dell’Onu sulla biodiversità?
Foto: Markus Spiske @Unsplash

Cop15 sulla biodiversità, che cos’è?

Alla Conferenza sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro del 1992, non venne creata solo la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici, ma anche quelle sulla biodiversità e la desertificazione. In parole semplici, vennero creati tre “filoni” delle Cop (acronimo di Conferenza delle parti) per portare i Paesi a prendere delle decisioni sulle problematiche ambientali più urgenti del nostro pianeta.

Mentre quindi Cop26 e Cop27 si inseriscono nel “filone” della Convenzione sui cambiamenti climatici, la Cop15 si colloca in quello della biodiversità. Conosciuta anche come diversità biologica, si intende la varietà della vita sulla Terra, dal più minuscolo dei batteri al più grande dei mammiferi. Gli obiettivi della convenzione sono la conservazione del mondo naturale, il suo uso sostenibile e la condivisione dei benefici derivanti dal patrimonio genetico delle sue risorse.

La Cop15 inizierà il 7 dicembre 2022 e per due settimane terrà impegnati i delegati incaricati dai loro Stati nelle trattative sulle questioni più urgenti riguardanti la biodiversità. Il vertice, a cui dovrebbero partecipare anche capi di Stato e di governo, è in programma a Montreal, in Canada, ma sarà presieduto dalla Cina. Inizialmente, infatti, si sarebbe dovuto tenere a Kunming, città del Paese asiatico, ma le politiche molto restrittive contro il Covid-19 di Pechino hanno portato allo spostamento del meeting.

Biodiversità in pericolo, l’importanza della Cop15

Ora che abbiamo capito cos’è la Cop15, cerchiamo di comprendere l’importanza del vertice. Innanzitutto, da questo appuntamento ci si attende un accordo che fissi degli obiettivi per proteggere la biodiversità nei prossimi dieci anni. Dunque, un piano a lungo termine. Il raggiungimento di un’intesa convincente è accompagnato da una certa pressione.

La ragione è che l’ultimo accordo di questo tipo (quello della Cop10 di Nagoya, Giappone, del 2010) non è stato rispettato in nessuno dei suoi punti. Tra le varie cose, prevedeva il dimezzamento della perdita degli habitat naturali e l’espansione delle riserve naturali fino al 17 per cento della superficie terrestre entro il 2020.

Questa inefficacia è ancora più preoccupante se si ascolta l’allarme degli scienziati sulla perdita di biodiversità. Secondo questi ultimi, stiamo assistendo al più grande declino dalla scomparsa dei dinosauri. A causa dell’attività dell’uomo sono a rischio estinzione un milione di specie e per alcuni esperti stiamo già vivendo la sesta estinzione di massa.

Circa il 40 percento del suolo, al quale dobbiamo il 95 percento del nostro cibo, è stato pesantemente danneggiato da pratiche agricole insostenibili. Le popolazioni di insetti sono diminuite così tanto che gli esperti parlano di “apocalisse”. Oltre 500 specie di animali sono sull’orlo dell’estinzione ed è probabile che spariscano nel giro dei prossimi 20 anni. Un rettile su cinque vede concretamente questo rischio, mentre una specie di volatile su otto ne è minacciato. E anche il 40 percento delle specie di piante nel mondo potrebbe scomparire.

Gli argomenti caldi della Cop15

Come alle Cop dedicate ai cambiamenti climatici, anche a quelle sulla biodiversità ci sono molte divisioni con i paesi poveri e in via di sviluppo contrapposti a quelli sviluppati. Sono quattro i grandi argomenti su cui il confronto sarà più acceso alla Cop15: i finanziamenti per proteggere la natura, l’obiettivo di arrivare a includere il 30 percento delle terre e dei mari in aree protette entro il 2030, il monitoraggio degli impegni presi e la condivisione dei dati delle risorse genetiche di piante, animali e il resto del patrimonio naturale.

Sul tavolo ci sono già 21 bozze legate ad altrettanti obiettivi. Gli osservatori segnalano che ci sono delle vittorie facili a portata di mano, ma tutto dipenderà dalla volontà degli Stati. Tra i patti più vicini al traguardo vengono segnalati quello per l’eliminazione delle specie invasive sulle isole, quello per il rafforzamento della lotta all’inquinamento e l’intesa per l’erogazione dei soldi per i lavori di ripristino degli ecosistemi. La speranza è che si metta a punto un accordo finale ambizioso. Ma a poco serviranno grandi proclami, se gli obiettivi messi nero su bianco verranno disattesi per l’ennesima volta.


Marco Rizza
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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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