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Cos’è il Vin Santo?

Cos’è il Vin Santo?

Capire cos’è il Vin Santo significa guardare al processo di disidratazione di particolari uve e all’accoppiata ideale con la pasticceria secca.

Il Vin Santo a fine pasto è un classico del periodo di Natale, ma capire cos’è la gustosa bevanda non è semplice. Si tratta, in realtà, di un tipo di passito, in cui spiccano le note dolci., sul cui nome si affollano le teorie. Il prodotto è ottenuto grazie a un particolare metodo di lavorazione e, per quanto l’abbinamento con i cantucci sia celeberrimo, non è l’unico su cui soffermarsi.

Cos’è il Vin Santo?
@envatoelements

Che tipo di vino è il Vin Santo? 

Per capire cos’è il Vin Santo è necessario partire da come il prodotto viene realizzato. Si tratta, infatti, di un passito e, quindi, la dinamica non è quella che porta alla realizzazione degli altri vini bianchi e rossi. In questo caso i grappoli d’uva, rigorosamente selezionati a mano, vengono fatti “appassire”, cioè lasciati a disidratare. Il processo avviene all’interno di stanze ben ventilate dove la frutta è conservata in apposite cassette o collocata sopra dei graticci

I tempi variano a seconda del vino, ma è proprio il periodo di appassimento a dare al Vin Santo il gusto tipico. L’acqua traspira, infatti, dagli acini, al cui interno aromi e zuccheri rimangono più concentrati. Terminata la disidratazione, si procede con la pigiatura. Il mosto viene, quindi, lasciato a invecchiare in piccoli recipienti di legno detti caratelli, per tre anni.

Cosa significa Vin Santo? 

Dopo aver guardato a cos’è il Vin Santo viene quasi spontaneo chiedersi perché questo si chiama così. In realtà le teorie sull’origine del nome della nota bevanda sono diverse. Il termine “Santo” sembra essere riconducibile alla parola greca “Xantos”. Questo, se considerato come aggettivo, può essere tradotto come “giallo” e sarebbe, quindi, un richiamo al colore del liquido. Non è escluso, però, nemmeno un richiamo all’isola di Santorini, Xantos, appunto, in greco, nota per i suoi vitigni. 

Connotazioni più religiose collegano l’espressione Vin Santo all’azione dei frati negli anni della Peste del ‘300. Questi utilizzavano la dolce bevanda per dare sollievo ai malati e a essa sarebbero state, quindi, poi attribuite proprietà miracolose. Non è escluso nemmeno che la definizione sia nata dal fatto che è proprio durante la Settimana Santa che gli acini vengono spremuti.

Cosa si mangia con il Vin Santo? 

Una volta compreso cos’è il Vin Santo capire con cosa abbinarlo diventa più semplice. Bisogna, in primis, tener presente che si tratta di un vino molto dolce, in cui, però, non dovrebbero mai sparire del tutto le note acide. Il grado alcolico non è mai superiore al 15-16% e la consistenza è più pastosa rispetto a quella del vino secco. 

I forti sentori di mandorle e frutta secca e l’aroma fruttato rendono il prodotto perfetto per il classico abbinamento con i cantucci e, in generale, adatto all’accoppiata con la pasticceria secca. La bevanda non sfigura, però, nemmeno insieme a formaggi stagionati e particolarmente saporiti.

Sapere cos’è il Vin Santo significa soffermarsi sul fatto che la bevanda è ricca di storia. Per quanto essa venga ormai prodotta in diverse regioni d’Italia, l’origine è da ricondurre alla Toscana. In tale regione questa è un vero e proprio simbolo culturale di ospitalità. Nel territorio le uve più utilizzate per la produzione del Vin Santo sono delle varietà Malvasia e Trebbiano.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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