Frumento e orzo nel Vicino Oriente, nel Mediterraneo e in India
La coltivazione dei cereali si sviluppa innanzitutto nel Vicino Oriente, dove proprio a fianco dei campi selvatici di frumento e orzo, che crescevano facilmente per via del clima favorevole, nascono i primi villaggi. Gradualmente gli uomini passano dalla raccolta alla coltivazione di questi cereali, che dalla Mesopotamia si diffondono nel bacino del Mediterraneo, in Africa e in Europa, attraverso il commercio e le migrazioni. La coltivazione del frumento e dell’orzo è attestata anche nella valle dell’Indo dal 2500 a.C., forse introdotta da qualche antica civiltà locale o forse importata dal Vicino Oriente.
Nel tempo i cereali conoscono altri progressi, come la produzione della farina e l’invenzione del pane lievitato, che contribuiranno al loro perdurare nelle epoche successive: i Greci mangiano infatti la maza, una focaccia d’orzo e i Romani la puls, una focaccia di farro (che è il nome comune utilizzato per tre differenti specie di frumento: il monococco, il dicocco e la spelta).
Miglio e riso in Cina
In Cina, già a metà del III millennio a.C., gli abitanti dei popolosi villaggi della regione del Fiume Giallo (Huang He) si nutrono principalmente di miglio, un cereale dai semi piccolissimi, coltivato sugli altopiani e poi nelle aree di pianura. Solo più tardi, intorno alla metà del II millennio, la Cina si dedica alla coltivazione del riso, giunto probabilmente da sud (in Thailandia è diffuso già nel 3500 a.C.) e coltivato, in un primo momento a secco e successivamente in acqua, vicino alla riva meridionale del Fiume Azzurro (Chang Jiang).
Sono diverse le ragioni per cui i cinesi da sempre preferiscono il riso agli altri cereali: è molto nutriente (la sua resa energetica è quattro volte superiore a quella del frumento) e ha un ciclo vitale breve, il che permette di ottenere due o tre raccolti all’anno.