inNaturale
Home
>
Che cos'è il Trattato per la protezione dell'alto mare?

Che cos'è il Trattato per la protezione dell'alto mare?

Accordo storico firmato all'Onu, il trattato per la protezione dell'alto mare servirà a proteggere le zone marine più lontane dalle coste

Il 30% degli oceani del pianeta saranno tutelati entro il 2030. È questo il fulcro dello storico accordo raggiunto dall’assemblea delle Nazioni Unite (Onu) dopo trattative durate quasi 20 anni. L’accordo servirà a proteggere almeno un terzo delle acque della Terra con l’obiettivo di tutelarne gli habitat e le specie che le popolano e di ripristinare almeno in parte la perdita di biodiversità. Nonostante l’accordo, il percorso tuttavia rimane lungo e ricco di ostacoli.

trattato difesa alto mare
Foto: Elianne Dipp @Pexels

Trattato per la protezione dell’alto mare: cosa dice?

Circa il 60% di tutte le acque della Terra attualmente sono considerate “acque internazionali”. Se per gran parte delle acque territoriali, quelle che ricadono sotto la giurisdizione dei singoli Stati, esistono regolamentazioni e tutele, per le acque internazionali fino ad ora non esistevano forme di tutela riconosciute internazionalmente. Ciò ha lasciato negli anni moltissimi habitat e specie marine a rischio per attività di pesca e sfruttamento delle risorse.

Il Trattato per la protezione dell’alto mare punta a mettere almeno il 30% delle acque internazionali sotto protezione. Al momento, non è chiara ancora esattamente la forma e l’entità di questa protezione, ma è prevedibile che saranno introdotti meccanismi di restrizione sulle attività di pesca, di transito commerciale e di attività di sfruttamento delle risorse naturali come l’estrazione mineraria.

Cosa cambierà grazie al Trattato sull'alto mare

Il Trattato per la protezione dell’alto mare rappresenta un accordo fondamentale per rispettare gli impegni sul "30x30" assunti lo scorso dicembre dalla conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità. In quell'occasione, i paesi della Terra si erano impegnati nell’obiettivo di proteggere almeno il 30% delle terre e il 30% degli oceani del pianeta. Il Trattato servirà da punto di partenza, fornendo un quadro giuridico di riferimento per la creazione di ampie aree marine protette e dedicate alla tutela della fauna selvatica.

Tra gli altri punti fondamentali del trattato anche la condivisione delle “risorse genetiche” dell’alto mare. In questo caso si tratta di materiale genetico raccolto dallo studio di animali che abitano le profondità marine, particolarmente interessanti sia per la comunità medico-scientifica sia per potenziali utilizzi commerciali. Il trattato inoltre istituirà una Conferenza delle Parti che permetterà agli stati membri che aderiscono al trattato di rendere conto sulle azioni di tutela delle acque.

Cosa resta da fare dopo il Trattato

Il Trattato per la protezione dell’alto mare rimane al momento un documento guida. Il Trattato dovrà essere ratificato in una data successiva ed entrerà in vigore solo quando un numero sufficiente di nazioni l’avrà adottato nella propria legislatura nazionale. L’approvazione formale è tuttavia solo il primo passo di un percorso non semplice. Una volta adottato formalmente da un numero sufficiente di nazioni, il Trattato dovrà poi passare alla sua fase più delicata ovvero essere applicato nel concreto.

Al momento, infatti, non è ancora stato stabilito esattamente quali saranno le forme di tutela per gli oceani, in quale misura saranno applicate, con quali strumenti saranno verificate e quali sanzioni colpiranno chi non le rispetterà. Il Trattato per la protezione dell’alto mare rimane tuttavia un primo storico passo verso la necessaria difesa delle acque del pianeta. Ma la strada verso uno strumento pratico da applicare in mare rimane ancora lunga.


denis venturi
Denis Venturi
Scopri di più
Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
Scopri di più
Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
Iscriviti alla newsletter
Resta aggiornato sulle ultime novità editoriali, i prodotti e le offerte