Cambiamenti del clima e disuguaglianze, troppi morti dove c’è povertà

Ignorare i cambiamenti che il clima sta subendo non è più possibile e la conta dei morti ce lo ricorda costantemente. Le vittime degli eventi meteo estremi continuano ad aumentare e in cima alla lista dei fenomeni killer spiccano le ondate di calore. A subire il destino peggiore sono purtroppo le realtà più povere in un’equazione in cui l’asimmetria tra responsabilità e impatto dei danni risulta evidente.

Cambiamenti del clima e morti nel mondo
Ai cambiamenti del clima sono collegabili una quantità impressionante di morti. Recenti studi hanno mostrato che, nella sola Europa, le temperature troppo alte o troppo basse uccidono ogni anno 407.538 persone. 363.809 risultano vittime del freddo, mentre 43.729 del caldo. Se si guarda al quadro globale i numeri sono ancora più allarmanti oltre che rovesciati.
A mietere il maggior numero di vittime nel mondo sono, infatti, le ondate di calore, che uccidono circa mezzo milione di persone all’anno. Si tratta di un valore di oltre 30 volte superiore a quello che quantifica i decessi dovuti ai cicloni tropicali. Senza un cambio di passo i dati potrebbero peggiorare ulteriormente.
Morti per i cambiamenti del clima: chi sono le vittime
I cambiamenti del clima causano un maggior numero di morti nelle realtà più svantaggiate. Nei Paesi poveri, infatti, le strutture sono spesso carenti e gli individui non possono contare sui sistemi di refrigerazione. In tali aree la disidratazione diventa un altro nemico letale e la situazione più complicata è quella dei lavoratori che svolgono le proprie mansioni all’aperto.
Maggiore fortuna non tocca purtroppo ai migranti che corrono pericoli sia durante i viaggi della speranza, sia quando raggiungono i luoghi di accoglienza, dove sovraffollamento e temperature oltre le soglie di sicurezza sono la norma. Il caldo estremo rende, insomma, ancora più evidenti e problematiche le disuguaglianze inter e intra nazionali.
Cambiamenti del clima: chi sono i maggiori responsabili delle morti?
Le realtà dove le morti causate dai cambiamenti del clima continuano ad aumentare sono spesso quelle meno responsabili delle alterazioni degli equilibri. L’esempio relativo ai condizionatori fa da paradigma. Perché chi ne ha la possibilità possa vivere, lavorare e muoversi senza subire gli effetti dannosi delle alte temperature, infatti, i dispositivi di refrigerazione rimangono in funzione a lungo, alzando la temperatura dell’ambiente esterno.
Le attività basate sui combustibili fossili non sono da meno e non stupisce che l’1% più ricco del mondo produca più emissioni di gas serra di due terzi della popolazione mondiale. In diverse regioni le autorità stanno approvando leggi che rendano più sicuro il lavoro quando le colonnine di mercurio schizzano alle stelle. I limiti fissati risultano, però, spesso arbitrari e gli esperti avvertono che potrebbero non essere sufficienti.
Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha sottolineato che i cambiamenti del clima, causando sempre più morti, stanno lacerando le economie, ampliando le disuguaglianze e minando i piani di sviluppo sostenibile. Le ondate di calore si confermano, per altro, spesso killer silenziosi. Le stime che abbiamo a disposizione riflettono, quindi, delle sottovalutazioni e le autorità competenti sono chiamate a diffondere consapevolezza sulla questione.
