Balene in pericolo a causa delle navi, una mappa per salvarle

Le balene sono animali maestosi ma, nonostante le dimensioni, risultano costantemente in pericolo a causa di un essere molto più piccolo: l’uomo. Uno studio pubblicato su Science ha mostrato che a fare da minaccia per i cetacei contribuiscono in modo determinante le navi merci. Queste entrano in collisione con le imponenti regine dei mari in diverse parti del mondo e alcune zone appaiono più a rischio di altre.

Perché le balene sono in pericolo?
Lo studio ha ribadito che le balene sono in pericolo anche a causa delle navi. In molte parti di mari e oceani, infatti, gli enormi convogli merci che trasportano l’80% dei beni commercializzati nel mondo, finiscono per entrare in collisione con i cetacei. Migliaia di questi perdono la vita a causa di tali incidenti ogni anno, anche se il problema viene spesso sottostimato dalle autorità. Nei prossimi decenni la situazione sembra, per altro, solo destinata a peggiorare.
Ci si attendono, infatti, significativi aumenti dei volumi di import-export. Il cambiamento climatico potrebbe, poi, compromettere ulteriormente il quadro. Lo scioglimento dei ghiacci artici aprirà, probabilmente, nuove rotte per le navi e porterà le balene a spostare il proprio range di azione più a nord. Ciò non farà che aumentare le possibilità di incontri ravvicinati fatali.
Lo studio su balene in pericolo e navi
A concentrarsi su come e dove le navi mettono in pericolo le balene, ci ha pensato un team della Washington University. I ricercatori hanno analizzato i dati raccolti tra 1960 e 2020 su 460.000 localizzazioni di cetacei appartenenti a quattro specie a rischio: balenottere azzurre, capodogli, megattere e balenottere comuni. Le informazioni sono state, poi incrociate con quelle relative alle rotte percorse da 175.960 scafi cargo tra il 2017 e il 2020.
Ne è emerso che le navi merci attraversano il 91.5% degli habitat delle specie. Sono stati poi identificati degli hotspot. Tra questi rientrano: Costa Pacifica in Nord America, Panama, Mar Mediterraneo, Canarie, Mar Arabico e Sri Lanka. Non mancano nemmeno zone meno note, come: Africa meridionale, coste del Sud America, con Brasile, Cile, Perù ed Ecuador in testa, e acque al largo di Corea del Sud, Cina e Giappone.
Come salvare le balene in pericolo?
La ricerca mostra che per proteggere le balene in pericolo dalle navi bisogna fare ancora molta strada. Secondo i dati raccolti solo il 7% delle aree critiche in cui il traffico navale interseca gli habitat delle balene è oggi in qualche forma protetto. La misura più efficace appare la riduzione della velocità di crociera degli scafi che, però, a ora è molto raramente obbligatoria.
Tra le altre strategie di prevenzione utili rientrano sia la modifica di alcune rotte, sia l’adozione di sistemi di allerta precoci, che permettano di individuare il passaggio delle balene per evitare incidenti. Sottoponendo a simili norme il 2.6% in più della superficie oceanica sarebbe possibile coprire praticamente tutti gli hotspot individuati. La maggior parte delle zone critiche si trova per altro nelle acque territoriali dei singoli Stati. Ciò dovrebbe facilitare la messa a punto di piani di protezione coerenti.
Lo studio apre importanti prospettive sulla situazione delle balene in pericolo. Esso ha delineato per la prima volta un quadro globale. Anna Nisi, autrice leader, ha specificato che mettere in atto misure per tutelare i cetacei porterebbe benefici anche nella lotta alla crisi climatica e nella protezione degli ecosistemi. Ridurre la velocità di crociera delle navi significherebbe, infatti, limitare le emissioni di gas serra, oltre che diminuire l’inquinamento acustico.
