Vino e crisi climatica: migliora la produzione nel Regno Unito, male la Francia
La crisi climatica sta avendo un impatto importante sul settore del vino. Uno studio pubblicato in OENO One ha mostrato che il riscaldamento globale sta modificando la geografia della viticoltura e sta portando alla ribalta Paesi finora rimasti in seconda fila. Il Regno Unito vede, allora, le proprie prospettive ampliarsi, mentre la Francia corre il rischio di restare indietro.
Vino e crisi climatica
Il rapporto tra vino e crisi climatica è stato al centro di una ricerca finanziata dal progetto Climate Resilience in the UK Wine Sector. Gli studiosi hanno mostrato come tra oggi e il 2040 il mutare delle condizioni climatiche potrebbe influenzare la produzione del vino nel Regno Unito. Essi hanno calcolato che nei prossimi due decenni la corsa del riscaldamento globale porterà le temperature a salire di 1.4 °C nel sud dell’Inghilterra tra primavera e autunno. Nelle zone già ben coltivate a viti di Hampshire, Kent e Sussex, Cambridgeshire, Essex, Greater London e Severn Valley, il termometro arriverà a segnare 15-16 °C. Ciò permetterà di coltivare varietà di uva diverse e cambierà la qualità di quelle già presenti.
Il futuro del vino è nel Regno Unito
La tanto drammatica crisi climatica potrebbe rivelarsi un toccasana per i produttori di vino nel Regno Unito. Oggi la Gran Bretagna non è rinomata per i propri rossi fermi, ma le temperature in aumento potrebbero stravolgere il quadro. Il clima più caldo favorirà la maturazione dell’uva e porterà la quantità di zucchero all’interno di essa ad aumentare. Tanto la gradazione alcolica, quanto la qualità delle bottiglie potrà, dunque, salire. Il Paese sembra avere tutte le potenzialità per rivelarsi la nuova patria del Pinot Nero. Nuove aree diventeranno perfette per dare i natali agli ormai classici spumanti simili allo Champagne. Il riscaldamento globale potrebbe, poi, portare alla ribalta anche nuove varietà di uva fra cui spiccano Riesling, Sémillon e Sauvignon Blanc.
I cambiamenti in Francia
La crisi climatica sta sconvolgendo equilibri consolidati nel settore della produzione del vino. Nel Regno Unito la quantità di terre coltivate a viti ha raggiunto i 3.800 ettari nel 2021, con una crescita del 400% rispetto al 2004. Si prevede, ora, che tra oggi e il 2040 la produzione di vino della zona raggiungerà nel 60-75% delle stagioni i numeri da record del 2018. Allora per la prima volta erano state confezionate 15.6 milioni di bottiglie. Alle buone notizie per il Regno Unito fanno, però, eco dati sconfortanti relativi alla Francia. Gelate tardive, periodi di siccità sempre più estesi, ondate di calore e altri fenomeni meteo estremi minacciano, infatti, di rendere il territorio inadatto alla viticoltura.
L’eco della nuova geografia del vino determinata dalla crisi climatica minaccia di essere piuttosto influente. A oggi la Francia esporta bottiglie per un valore di 11.6 miliardi di euro all’anno e perdere tale primato sarebbe drammatico per l’economia del Paese. Dalla Gran Bretagna non mancano le reazioni, con i titoli che già inneggiano ai vini rossi inglesi lanciando la sfida alla Borgogna. Ai futuri brindisi spetterà l’ardua sentenza.
