Il vin brulé è una bevanda a base di vino caldo e spezie molto popolare nel nostro Paese, le cui origini affondano le radici nell’Antica Roma.
Il vin brulé è una bevanda dalle antiche origini che riscuote ancora oggi molto successo. Quando si pensa alle stagioni fredde o al periodo che da ottobre ci porta ad avvicinarci al Natale, il caratteristico profumo del vino speziato fa capolino nella nostra mente. Ideale accompagnamento alle caldarroste, e immancabile ai mercatini natalizi, la preparazione vanta radici che risalgono all’Antica Roma e una lunga tradizione oltre i confini nazionali.
Origini del vin brulé
Le origini del vin brulé sono direttamente collegate alla ricetta della gustosa bevanda, che prevede l’utilizzo di vino caldo, spezie in quantità e zucchero. Secondo varie fonti una versione simile del preparato era già consumato nell’Antica Grecia, ma le prime testimonianze attendibili sull’argomento possono essere ricondotte ai Romani. Nel suo De Re Coquinaria, Aplicio parla di “contidum paradoxum”. Si sarebbe trattato di un vino dolcificato con miele, servito a fine pasto, dopo essere stato aromatizzato con pepe e altre spezie, e scaldato.
Nel Medioevo il vino arricchito con erbe officinali e aromi di vario tipo era, invece, noto come Ippocrasso. Questo veniva, in realtà, consumato prevalentemente freddo ed era molto apprezzato per le sue proprietà. Pare persino che il nome dato alla bevanda fosse collegato a Ippocrate, il capostipite greco della medicina moderna, dato che egli era un fervente sostenitore dell’utilizzo terapeutico delle spezie.
Storia del vin brulé
Dalle antiche origini il vin brulé ha fatto molta strada. La pratica di scaldare, dolcificare e aromatizzare il vino è, infatti, rimasta molto popolare. In una prima fase si faceva di necessità virtù e si sfruttavano gli aromi per coprire un sapore sgradevole che si sviluppava spesso per problemi di conservazione e di trasporto. Con il passare del tempo la bevanda è, invece, diventata parte della tradizione di molti Paesi.
In Svezia si gusta, allora, il Glögg, vino caldo zuccherato, a cui viene aggiunto il cognac, insieme a uva passa, arancia, anice stellato, cannella, zenzero, noce moscata e chiodi di garofano. L’utilizzo del cognac ha riscosso successo anche in Francia, mentre in Inghilterra spicca l’aggiunta dei semi di finocchio. Il Gluhwein è, invece, la versione tedesca, che si prepara con vino rosso, scorze di agrumi, alloro, cannella, chiodi di garofano e cardamomo.
Ricetta del vin brulé
Per quanto le origini del vin brulé siano antiche, oggi non è meno apprezzato e la ricetta per prepararlo risulta molto semplice.
- Si inizia scegliendo il vino che farà da base al preparato. La preferenza dovrebbe cadere su un vino rosso corposo, dalle note fruttate.
- Si versa, dunque, nel pentolino l’alcolico, insieme a una generosa quantità di zucchero, alle bucce degli agrumi e a un mix di spezie accuratamente selezionate. Chiodi di garofano, cannella, cardamomo, zenzero, noce moscata e anice stellato sono tutte ottime scelte. Alcuni aggiungono al composto anche la mela.
- Si lascia, quindi, sul fuoco per 15 minuti, stando attenti a non portare il vino a ebollizione.
- Si filtra la bevanda con un colino per poi servirla calda.
La ricetta del vin brulé è molto più ricca rispetto a quella delle antiche origini e le modifiche sono andata a favore del gusto. Se si decide di preparare la bevanda in casa si consiglia di servirla in bicchieri di ceramica, perché il calore potrebbe danneggiare quelli in vetro. È poi possibile presentare il vino caldo con un bastoncino di cannella o con l’aggiunta di una fetta di arancio, che conferisca ulteriori note agrumate.