Uragani atlantici, la NOAA lancia l’allarme per la stagione 2024

La stagione degli uragani è sempre un'evenienza preoccupante e le previsioni avvertono che il livello di allarme è per il 2024 alto. Una serie di condizioni atmosferiche sembra, infatti, destinata a favorire lo sviluppo di fenomeni meteo estremi da record per intensità e numero. La prevenzione basata sulla diramazione di allerte precoci rimane la principale arma per limitare i danni.

Allarme uragani in arrivo
A lanciare l’allarme sulla stagione degli uragani 2024 ci ha pensato la National Oceanic and Atmospheric Administration. Le previsioni hanno evidenziato che c’è il 65% di possibilità che il periodo si riveli da record. Le probabilità che rimanga nella norma sono appena del 25% e quelle di assistere a una stagione più debole del previsto si fermano al 10.
Nell’intervallo di tempo compreso tra 1 giugno e 30 novembre, dunque, la NOAA pronostica il verificarsi di un minimo di 17 e un massimo di 25 tempeste tropicali. La media è in genere di 14. Da 8 a 14 di queste avranno le caratteristiche adatte per diventare uragani, contro una media di 7 fenomeni. Da 4 a 7 di tali eventi, infine, rischiano di raggiungere le categorie 3, 4 e 5, con venti che soffiano, quindi, a velocità superiori a 178 km/h. Nelle stagioni “normali” gli uragani di questo tipo sono solo 3.
Quando arrivano gli uragani da allarme?
Gli uragani atlantici generano allarme ormai da tempo. L’ultima stagione ritenuta nella norma risale, infatti, all’anno 2015. Da allora ogni singolo periodo interessato dai fenomeni si è mostrato fuori scala. A preoccupare è ora l’intrecciarsi di diversi fattori esterni. La transizione da El Nino a La Nina rappresenta la prima discriminante.
Le temperature da record dell’Oceano Atlantico fanno, poi, in modo che le sue acque fungano da serbatoio di energia per le violente tempeste. Il cambiamento climatico rende il quadro ancora più instabile e l’innalzamento del livello dei mari trasforma il pericolo di inondazioni in un’eventualità tutt’altro che rara. Ben Kirtman, dell’Università di Miami, si è spinto ad affermare che la stagione 2024 potrebbe essere la più attiva mai registrata.
Allarme uragani: quali danni?
Dando l’allarme sulla stagione degli uragani atlantici 2024 la NOAA mira a favorire un coerente contenimento dei danni. Negli ultimi anni i sistemi di allerta precoci e i miglioramenti nelle previsioni hanno permesso di limitare i costi relativi alle vite umane, ma lo stesso non si può dire per le ripercussioni economiche. Negli anni 70 le vite perse per i cicloni tropicali sono state 350.000.
Nonostante il moltiplicarsi degli eventi di questo tipo, nel decennio 2010-2019 il bilancio è sceso a 20.000 decessi. Le perdite imputabili agli uragani in tale periodo ammontano, invece, a 573.2 miliardi di dollari. Le realtà più svantaggiate e le fasce di popolazione più povere appaiono ancora le più colpite e lavorare per limitare le disuguaglianze appare un’altra priorità.
A rendere la stagione degli uragani atlantici da allarme non è solo il fatto che si possano sviluppare più cicloni tropicali della norma, ma soprattutto il rischio che molti di essi si rivelino in grado di raggiungere la terraferma. La NOAA è pronta a fornire supporto alle autorità e ai cittadini. Costante monitoraggio dei parametri e messa a punto di sistemi di comunicazione immediati sono parte integrante del progetto.
