L’UE stringe la morsa contro il greenwashing chiedendo alle aziende certificazioni e prove concrete sulla loro sostenibilità.
Fidarsi è bene ma, a volte, non fidarsi è meglio, a meno che vi siano i dovuti riscontri. In questa direzione va il voto dell’Unione Europea (UE) contro il greenwashing. Nello specifico, la nuova legge prevede che le aziende non possano più riportare sulle etichette delle affermazioni generiche di sostenibilità. Invece, dovranno presentare delle prove concrete sul loro essere “green”.
La legge dell’UE contro il greenwashing
La nuova legge votata dall’UE contro il greenwashing potrebbe porre fine all’era della falsa pubblicità in tematiche ambientali. Infatti, l’UE chiede che i prodotti siano contrassegnati con i termini “eco” o “green” solo quando l’articolo in questione ha una certificazione che ne garantisce la sostenibilità ambientale (come l’Ecolabel UE).
Quindi, alle aziende non saranno più permesse affermazioni generiche e non verificabili sulla loro sostenibilità. Inoltre, l’UE ha posto un paletto anche per fermare una delle tattiche di greenwashing più fuorvianti: le dichiarazioni sulla neutralità climatica. La decisione è stata presa a seguito dei limitati risultati riscontrati sui programmi di compensazione del carbonio.
La situazione del greenwashing in UE
Da qualche anno l’UE si sta muovendo per contrastare il greenwashing, una strategia sleale adottata da alcune aziende che affermano di essere ecosostenibili ma, di fatto, lo sono solo in apparenza. Si tratta di un problema che rallenta la transizione ecologica.
Secondo l’Ufficio europeo dell’ambiente (EEB), ad oggi il 75% dei prodotti in circolo nel mercato europeo sono contrassegnati come ecologici. Tuttavia, più della metà di queste dichiarazioni sono vaghe o infondate. Inoltre, attualmente sono circa 115 i marchi presenti in UE che hanno delle procedure di verifica deboli sulla loro sostenibilità.
Ue contro il greenwashing: ancora niente contro l’obsolescenza precoce
L’Ufficio europeo dell’ambiente ha accolto positivamente il voto favorevole da parte del Parlamento Europeo contro il greenwashing. Tuttavia, è una vittoria incompleta. Infatti, la nuova legge dell’UE non vieta l’obsolescenza precoce, cioè il fine vita programmato di un prodotto; una strategia volta ad incoraggiare l'acquisto di un nuovo prodotto in sostituzione di uno vecchio. L’UE sta provando a rimediare anche a questo problema. Infatti, con la nuova legge, ai consumatori saranno messe a disposizione tutte le informazioni necessarie inerenti alla durata di vita del prodotto e alla sua riparabilità.
Prodotti sostenibili fin dal principio
La legge approvata dall’UE è un ulteriore passo contro il greenwashing e a favore della transizione ecologica. Tuttavia, ora serve correre e accelerare le buone pratiche volte ad una maggiore sostenibilità ambientale e sociale. Soprattutto, servono linee guida per avere prodotti sostenibili sin dalla loro progettazione e renderli più durevoli o, quantomeno, riparabili.