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Troppa spazzatura, la Cina chiude il monte Everest

Troppa spazzatura, la Cina chiude il monte Everest

Colpa del turismo non sostenibile. Le autorità cinesi hanno chiuso il Monte Everest ai turisti per permettere le operazioni di recupero della zona.

Nonostante i rischi, negli ultimi decenni l’Everest è diventato meta di un turismo di massa e, come conseguenza, si è accumulata alle sue pendici una vera e propria montagna di immondizia. Nel solo 2018 le autorità cinesi che gestiscono la Riserva Naturale Nazionale del Qomolangma (il nome tibetano dell’Everest) hanno portato a valle qualcosa come 8,4 tonnellate di rifiuti. Come conseguenza il campo base da cui partono le spedizioni per la vetta è stato chiuso ai turisti fino a data da stabilirsi per permettere alle autorità di ripulire la montagna dalla spazzatura. Ai turisti sarà consentito solamente di arrivare fino al Monastero di Rongbuk, a 5000 metri di altitudine, fino termine della strada asfaltata realizzata nel 2017.

Monte Everest da bellezza naturale a discarica

Non è la prima volta che una meta turistica di fama internazionale chiude a causa del turismo sconsiderato e dell’inquinamento che ne deriva. Lo scorso ottobre anche la famosa Maya Bay, la spiaggia del film The Beach con Leonardo di Caprio ha subito la stessa sorte venendo chiusa dalle autorità thailandesi. Gli introiti che derivano dal turismo di massa fanno certo gola alle autorità locali e a imprese senza scrupoli, a scapito spesso tuttavia delle risorse naturali del luogo e delle popolazioni locali che vivono e lavorano nella zona.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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