La strana storia delle api senza pungiglione che producono “miele miracoloso”
Tra le tante strane storie a cui la natura ci ha abituato, quella delle api senza pungiglione capaci di produrre “miele miracoloso”, non può essere trascurata. Questi animali stanno suscitando l’interesse di scienziati e apicultori di tutto il mondo. Oggi le popolazioni locali si stanno ingegnando per allevarle e, tra proprietà benefiche e servizi offerti a ecosistemi ed economia, la curiosità in aumento non deve stupire.
Api senza pungiglione
Le api senza pungiglione, animali per noi atipici, sono diffuse nelle regioni tropicali e sub-tropicali del pianeta. Appartenenti alla tribù dei Meliponini possiedono in realtà un piccolo pungiglione, che risulta, però, atrofizzato e non in grado di nuocere. La loro difesa è, dunque affidata ad altri mezzi. Le potenti mandibole sono in grado di infliggere morsi dolorosi. In Amazzonia queste api sono conosciute dalla popolazione fin dai tempi antichi. Si hanno, infatti testimonianze di come i Maya le allevassero. Il miele da esse prodotto è molto ricercato. Andare a coglierlo in natura significa, però, danneggiare irrimediabilmente gli alveari.
Il “miele miracoloso”
A suscitare interesse è la capacità delle api senza pungiglione di produrre “miele miracoloso”. Questo contiene sostanze in grado d’inibire la crescita di batteri e funghi e ciò, in ambiente tropicale, è fondamentale per la conservazione. Tali caratteristiche lo rendono anche ottimo per il trattamento delle infezioni. Le note proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti fanno in modo che il miele venga lì usato anche per combattere patologie delle vie respiratorie, ustioni, problemi gastrointestinali e artrite. Le api senza pungiglione costruiscono, poi, il favo con la cera da loro stesse prodotta e con la resina degli alberi che visitano. Alcune delle resine hanno note proprietà medicinali e ciò completa il quadro.
Una grande risorsa
Le api senza pungiglione, con il loro “miele miracoloso”, stanno diventando, in alcune realtà, una vera e propria risorsa. In Perù, per esempio, grazie all’ Instituto de Investigaciones de la Amazonía Peruana esistono progetti per insegnare alla popolazione locale ad allevarle. Ciò offre a persone, spesso povere, una fonte di reddito sicuro e fornisce anche agli ecosistemi, duramente provati, nuova linfa vitale. Esse svolgono una preziosa azione di impollinazione e sono benefiche anche per l’agricoltura. Secondo recenti studi la loro presenza aumenta, per esempio, del 50% la resa delle colture di camu-camu. La scienza sta indagando su tali specie e sul loro miele. I primi feedback sull’efficacia degli usi medicinali non mancano, ma la consapevolezza di essere solo all’inizio di un percorso è forte.
Pensare ad api senza pungiglione capaci di produrre un “miele miracoloso” suscita stupore. La natura ci insegna, però, che fermarsi alla meraviglia non è consigliabile. David Roubik, fra i maggiori esperti di api senza pungiglioni del mondo, ha affermato che su questi animali siamo ancora estremamente ignoranti. Ricordarsene, pur mettendo da parte la fede nelle proprietà taumaturgiche, non può che giovare all’umiltà.
