Mentre il riscaldamento globale corre siamo vicini a superare i 6 punti di non ritorno che trasformerebbero per sempre la vita sul pianeta.
L’impatto del risaldamento globale si dimostra sempre più devastante e, senza azioni immediate, il pianeta rischia di raggiungere 6 “punti di non ritorno”. A lanciare l’allarme è un report dell’Università delle Nazioni Unite, che si è concentrato su alcuni contesti a rischio. Scioglimento dei ghiacciai, esaurimento delle falde acquifere, clima impazzito e accumulo di rifiuti nello spazio sono solo alcune delle minacce da considerare. In pericolo c’è la vita stessa sulla Terra.
Quali sono i 6 punti di non ritorno?
Nel rapporto “Interconnected Disasters Risks 2023” un team dell’Università delle Nazioni Unite ha evidenziato che il pianeta è vicino a superare 6 “tipping points” ovvero dei punti di non ritorno. Le situazioni di rischio riguardano:
- Esaurimento delle falde acquifere, che si consumano più rapidamente di quanto riescano a rigenerarsi
- Scioglimento dei ghiacciai, che alimenta l’innalzamento del livello dei mari
- Accumulo di rifiuti nello spazio
- Aumento rapidissimo delle temperature
- Rischio che le assicurazioni non possano più coprire determinate zone a causa del moltiplicarsi delle calamità naturali
- La rapida perdita di biodiversità, con tassi di estinzione in continua crescita
Risaldamento globale e 6 punti di non ritorno: il significato
Di fronte alla corsa del riscaldamento globale e all’impatto che l’uomo ha sul pianeta comprendere cosa significhi superare i 6 punti di non ritorno è fondamentale. Con l’espressione si indica quel momento in cui i sistemi sociali e naturali che ci permettono di sopravvivere rischieranno di smettere di funzionare nel modo che conosciamo. L’esaurimento delle scorte idriche sotterranee sarebbe una minaccia per 2 miliardi di persone e la carenza d’acqua potrebbe essere aggravata dallo scioglimento dei ghiacciai.
1 milione di specie è a rischio estinzione e l’equilibrio degli ecosistemi appare fragile. Il cambiamento climatico sta rendendo, nel frattempo, roventi vaste aree del pianeta e le ondate di calore si sono già rivelate mortifere. L’intensificazione dei fenomeni meteo estremi ha già fatto in modo che le assicurazioni smettessero di coprire alcune regioni e ci si attende che entro il 2050 mezzo milione di case in Australia subiscano la stessa sorte.
Quando si arriverà ai 6 punti di non ritorno?
Il nuovo report non vuole solo lanciare un allarme. Mira anzi a mostrare che arginare la corsa del riscaldamento globale e del degrado del pianeta verso i 6 punti di non ritorno è possibile. I ricercatori sottolineano che, già avvicinandosi alle soglie critiche, le ripercussioni avvertite dall’umanità sono e saranno significative.
Lo spazio di azione deve, però, essere individuato ora, perché, una volta avvenuto il passaggio, invertire la rotta rischia di rivelarsi complicato. Gli autori affermano che la mitigazione del rischio passa dalla messa a punto di strategie che mirino alla risoluzione dei problemi e non all'adattamento. Un esempio è fornito dal caso dei condizionatori. Essi, in alcune regioni, sono diventati fondamentali per la sopravvivenza, ma alimentano un circolo vizioso.
In un contesto in cui il riscaldamento globale continua a dimostrarsi una minaccia per la sopravvivenza di natura e umanità, evitare che i 6 punti di non ritorno individuati nel report vengano raggiunti è una priorità. Zita Sebesvari, vice-direttore dell’Institute for Environment and Human Security dell’ONU, ha spiegato che è nostro dovere, ora, essere dei “buoni antenati”. I diritti delle generazioni future, ha continuato, dovrebbero diventare parte dei processi decisionali e orientarli.