Il nuovo report Mare Monstrum di Legambiente traccia il quadro dei reati ambientali commessi in Italia tra mare e coste nel 2022.
Cemento illegale, inquinamento e maladepurazione e pesca di frodo. Rientra in queste categorie il maggior numero di reati ambientali registrati in mare e lungo le coste d'Italia nel 2022. A tracciare il quadro ci ha pensato il nuovo report di Legambiente Mare Monstrum 2023, rapporto sul mare violato e minacciato dalle illegalità ambientali, diffuso alla vigilia dell’anniversario della morte di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica (Salerno) brutalmente ucciso il 5 settembre 2010 per il suo impegno per la tutela del mare e delle coste del Cilento contro speculazioni e illegalità.
I numeri
Sono ben 19.530 reati ambientali accertati nel 2022 tra mare e coste italiane da Legambiente. L’associazione ha registrato un +3,2% rispetto al 2021, mentre gli illeciti amministrativi, 44.444, sono cresciuti del 13,1%. Diminuiscono, anche se di poco (-4%), il numero delle persone denunciate e arrestate (19.658) e in maniera più significativa quello dei sequestri (3.590, con una riduzione del -43,3%). Sommando reati e illeciti amministrativi in Italia è stata accertata, grazie ad oltre un milione di controlli (esattamente 1.087.802, +31% rispetto al 2021) svolti dalle Capitanerie di porto e dalle forze dell’ordine, una media di 8,7 infrazioni per ogni chilometro di costa (erano state 7,5 nel 2021), una ogni 115 metri.
Quali sono i principali reati ambientali in mare?
Tra i reati ambientali compiuti in mare e lungo le coste italiane, secondo il report di Legambiente nel 2022 a farla da padrone è stato il ciclo illegale del cemento (dalle occupazioni di demanio marittimo alle cave illegali, dagli illeciti negli appalti per opere pubbliche fino all’abusivismo edilizio). Da solo rappresenta il 52,9% dei reati (10.337). Seguono diversi fenomeni d’illegalità (dalla mala-depurazione allo smaltimento dei rifiuti) che Legambiente classifica con la voce “mare inquinato” con 4.730 illeciti penali e dalla pesca di frodo, con 3.839 reati.
Infine, ammontano a 624 le violazioni del Codice della navigazione relative alla nautica da diporto, anche in aree protette, un dato in netta crescita rispetto ai 210 del 2021 (+197,1%), con 286 persone denunciate/ arrestate e 329 sequestri. Le diverse filiere delle illegalità ambientali hanno anche un forte impatto economico: il valore dei sequestri e delle sanzioni amministrative è stato nel 2022 di oltre 486 milioni di euro (in calo del -22,3% rispetto al 2021).
La classifica per regione
Il 48,7% dei reati ambientali che riguardano mare e coste italiane è stato accertato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. La Campania guida la classifica nazionale con 3.345 reati, pari al 17,1% del totale nazionale, seguita da Puglia (2.492 reati), Sicilia (2.184), Lazio (1.741) e Calabria (1.490 reati). La Toscana è in sesta posizione come illeciti penali (1.442) ma è al secondo posto dopo la Campania come illeciti amministrativi (4.392), seguita dalla Sicilia (4.198 illeciti e ben 8.712 sanzioni).
Per quanto riguarda la classifica delle infrazioni per chilometri di costa, la Basilicata si conferma come prima regione come numero di reati e illeciti amministrativi accertati (32,7 per ogni km) seguita quest’anno dall’Emilia Romagna, con 29,1 infrazioni (era al quarto posto nel 2021), dal Molise (28), dall’Abruzzo (27,8) e dal Veneto, con 24 reati e illeciti amministrativi per ogni chilometro.
I sequestri di prodotti ittici
Nel 2022 sono state oltre 400 le tonnellate complessive di prodotti ittici sequestrate, quasi 1.097 chilogrammi al giorno: la Sicilia primeggia, con oltre 129 tonnellate, mentre le prime cinque regioni (Sicilia, Puglia, Liguria, Veneto e Toscana) coprono oltre il 76,3% dei sequestri effettuati lo scorso anno. Se leggiamo il dato per chilometri di costa, in testa alla graduatoria troviamo Veneto e Liguria, rispettivamente con oltre 188 e 120 chilogrammi per chilometro di costa. Saltano agli occhi regioni con importanti tratti costieri e numeri di prodotti ittici sequestrati molto al di sotto della media nazionale, pari a 54 chilogrammi per chilometro.
Le proposte di Legambiente
Oltre a dati e entità sui reati ambientali commessi tra mare e coste, Legambiente avanza otto proposte indirizzate al Governo “per tutelare in maniera più efficace uno straordinario patrimonio ambientale del Belpaese”. Tra queste troviamo: il ripristino dell’efficacia dell’art. 10bis della legge 120/2020 che affida ai Prefetti il compito di demolire le costruzioni abusive oggetto di ordinanze di abbattimento emesse ma non eseguite dai Comuni; il rafforzamento dell’attività di contrasto delle occupazioni abusive del demanio marittimo; il rilancio a livello nazionale e su scala locale della costruzione e l’adeguamento e/o messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione e l’efficientamento della depurazione delle acque reflue, valorizzandole come risorsa e permettendone il completo riutilizzo in settori strategici come l’agricoltura.