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Polvere pneumatici: un inquinante nascosto minaccia gli organismi acquatici

Polvere pneumatici: un inquinante nascosto minaccia gli organismi acquatici

Una ricerca sulle morie dei salmoni argentati negli Stati Uniti ha portato alla scoperta di un inquinante nascosto nella polvere degli pneumatici

La polvere degli pneumatici minaccia la vita degli organismi acquatici. Indagando sulle cause delle morie di massa che negli ultimi anni hanno colpito i salmoni argentati nello Stato di Washington (Stati Uniti) dopo periodi di pioggia intensi, un gruppo di ricercatori ha scoperto che i residui dell’usura delle gomme delle automobili contengono un “inquinante nascosto”. Una sostanza chimica che, trasportata dall’acqua piovana dalle strade ai ruscelli, provoca la morte dei pesci.

Polvere pneumatici, un inquinante nascosto minaccia gli organismi acquatici
Foto: Jaye Haych @Unsplash

Polvere degli pneumatici, la nuova scoperta

I ricercatori sono arrivati a puntare il dito contro la polvere degli pneumatici, i residui prodotti dalle frenate e dalle accelerazioni dei veicoli sulle strade, dopo avere escluso diverse cause come pesticidi, malattie e mancanza di ossigeno. La prima svolta è arrivata quando hanno raccolto le acque di ruscellamento generate dalle piogge provenienti da una strada del Puget Sound, l’area dello Stato di Washington interessata dalle morie di massa, usandola per un test diretto su un salmone. Risultato: il pesce è morto in poche ore.

L’“inquinante nascosto”

La parte difficile è stata individuare cosa contenesse quell’acqua di tanto nocivo. Quando sono iniziate le analisi sulle particelle della polvere degli pneumatici, i ricercatori hanno capito di essere sulla strada giusta e hanno individuato quello che è stato da loro definito “inquinante nascosto”: una sostanza chimica tossica nota come 6PPD-chinone, prodotto del 6PPD, un’altra sostanza aggiunta alle gomme per rallentarne il deterioramento.

I test sui salmoni sono stati fatti grattando piccole particelle di pneumatico con una grattugia da formaggio montata su un trapano e poi immerse nell’acqua. “Quando abbiamo testato gli pneumatici, i pesci sono morti tutti”, ha ricordato al Guardian Jenifer McIntyre, ricercatrice di tossicologia delle acque all’Università Washington State, che da 15 anni stava indagando sulle cause delle morie di salmoni nell’area del Pacifico nordorientale. Lo studio che ha portato a questa scoperta è stato pubblicato nel 2020 su Science.

Una minaccia per gli organismi acquatici

Ad inizio 2022, lo stesso gruppo di ricercatori ha pubblicato un nuovo studio sulla nocività della sostanza. In questo lavoro, hanno evidenziato che il 6PPD-chinone è “più tossico di quanto calcolato precedentemente” per i salmoni argentati e che dovrebbe essere inserito nella categoria degli inquinanti “altamente tossici per gli organismi acquatici.

La polvere derivante dall’usura degli pneumatici è ritenuta essere una delle parti più consistenti delle microplastiche diffuse negli oceani secondo gli scienziati che si occupano di ambiente. Nel 2017, l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura ha stimato attraverso un modello su scala globale che la polvere delle gomme costituisce la seconda fonte più grande di microplastiche (28%) nelle acque oceaniche dopo le fibre tessili sintetiche (35%).

L’appello all’industria degli pneumatici

L’industria degli pneumatici, tuttavia, rifiuta questa etichetta di inquinatrice degli oceani. E si difende con uno studio in due parti del 2017, commissionato dall’Associazione europea dei produttori di pneumatici e articoli in gomma, secondo cui la quota di particelle di usura che finisce negli oceani va dal 2 al 5 per cento del totale generato dai veicoli.

La scoperta dell’“inquinante nascosto” ha ridato vigore alle richieste di azioni concrete. Scienziati e associazioni ambientaliste chiedono all’industria degli pneumatici più impegno per salvaguardare ambiente e biodiversità. In particolare, di aumentare la trasparenza sulle sostanze chimiche usate per la produzione delle gomme, “ingredienti” le cui formule restano quasi sempre ignote in quanto protette dal segreto industriale o comunque ritenute informazioni aziendali riservate.


Marco Rizza
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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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