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Pesca a strascico: la lotta di Greenpeace nel Mare del Nord

Pesca a strascico: la lotta di Greenpeace nel Mare del Nord

La pesca a strascico sta distruggendo il Dogger Bank e Greenpeace ha deciso di rispondere con un lancio di massi strategico. Le polemiche non mancano.

Il Dogger Bank è un grande banco sabbioso situato a circa 100 km al largo della costa britannica. Si tratta di una zona protetta, ma la pesca a strascico continua a metterne a repentaglio l’ecosistema. Greenpeace, in polemica con il governo britannico, ha deciso di intervenire per tutelare in autonomia la zona. I privati responsabili della pesca in quell’area si oppongono all’azione dell’associazione e la condannano duramente.

Pesca strascico

L’iniziativa di Greenpeace:

La pesca a strascico si basa sull’utilizzo di ampie reti molto pesanti che vengono trascinate sui fondali, per la cattura indiscriminata. Per quanto il Dogger Bank sia un’area protetta, qui la pesca a strascico non è ben controllata. L’area sabbiosa è abitata da diversi pesci e crostacei, cibo di uccelli marini come le pulcinelle di mare. Greenpeace ha deciso di procedere al lancio di massi di granito che, lasciati cadere a intervalli regolari, dovrebbero impedire ai pescherecci di trascinare le reti. L’organizzazione ha dichiarato che i massi non provocano alcun danno all’ambiente e che la loro posizione è stata accuratamente segnalata, per evitare pericoli e disagi alla navigazione.

La polemica con il governo:

L’intervento di Greenpeace nel Mare del Nord è dovuto alla grande insoddisfazione nei confronti del governo. Un’indagine di giugno dell’associazione ha mostrato che 11 pescherecci su 19 nella Dogger Bank violano la legge. Il governo ha affermato che la pesca sostenibile è una delle priorità e che tutto diventerà più facile con la Brexit, quando la Gran Bretagna potrà riappropriarsi delle proprie acque e della loro giurisdizione. Chris Thorne, attivista, ha affermato che autorizzare la pesca a strascico in un’area protetta equivale a far circolare un bulldozer in una foresta a rischio. Greenpeace ha annunciato che il collocamento di massi continuerà fino a che il governo non vieterà effettivamente la pesca a strascico nell’area.

Proteste dei gruppi di pescatori:

Molti gruppi di pescatori hanno duramente criticato l’iniziativa di Greenpeace per impedire la pesca a strascico. Barrie Deas, CEO della National Federation of Fishermen’s Organisation, si è definito preoccupato. Ha affermato che, per quanto questi massi siano segnalati, possono costituire un grande pericolo per gli equipaggi e per le imbarcazioni, che potrebbero esser sbilanciate. Molti gruppi, poi, non ritengono razionale che il Dogger Bank sia considerato zona protetta. Viene ritenuta infatti solo un’area di sabbie mobili senza particolari habitat da proteggere.

La gestione del Mare del Nord e del Dogger Bank deve subire una svolta. Il momento in cui il governo inglese dovrà rispondere delle proprie promesse è sempre più vicino, ma, per ora, Greenpeace non sembra intenzionata a mollare la presa. A fermare la pesca a strascico non dovrebbero essere dei blocchi di pietra, ma dei provvedimenti legislativi di cui, purtroppo, sia l’Europa che il mondo sono terribilmente carenti.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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