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Lo scioglimento dei ghiacci rischia di riportare alla luce scorie nucleari

Lo scioglimento dei ghiacci rischia di riportare alla luce scorie nucleari

Lo scioglimento dei ghiacci dell’Artico potrebbe diffondere vecchie scorie nucleari, virus sconosciuti e sostanze chimiche secondo un rapporto.

Lo scioglimento dei ghiacci artici sarebbe molto più pericoloso di quanto ritenuto fino ad ora. È quanto emerge da un nuovo rapporto pubblicato sulla rivista Nature Climate Change. Nel permafrost, lo stato di ghiacci perenni sarebbero contenuti scorie nucleari e sostanze chimiche pericolose per l’uomo che il ritiro dei ghiacci porterà alla luce nei prossimi 80 anni.

scioglimento dei ghiacci

I rischi nascosti dello scioglimento dei ghiacci

L’innalzamento del livello dei mari potrebbe non essere l’unico grande rischio dello scioglimento dei ghiacci artici. Il permafrost artico copre un’area di oltre 9 milioni di chilometri quadrati. Nel corso del suo milione di anni di vita ha “intrappolato” e custodito non solo composti chimici ma anche una vasta quantità di organismi microbici come virus e batteri. Tuttavia, secondo gli scienziati, fino a due terzi del permafrost potrebbero sciogliersi entro il 2100 a causa del riscaldamento del pianeta. L’area si sta scaldando fino a 3 volte di più del riscaldamento medio globale.

Lo scioglimento dei ghiacci è stato considerato come uno dei più ampi contribuiti alle emissioni di gas serra. Enormi riserve di carbonio sono intrappolate nel suolo artico e vengono rilasciate nell'atmosfera sotto forma di anidride carbonica e metano. Tuttavia, secondo i ricercatori le implicazioni sarebbero molto più gravi e poco comprese. Il rischio infatti è quello di liberare scorie nucleari, virus e altre sostanze chimiche pericolose.

Da dove arrivano le scorie nucleari dell’artico

Tra il 1955 e il 1990, l'Unione Sovietica ha condotto circa 130 test di armi nucleari nell'atmosfera e nell'oceano vicino alla superficie dell'arcipelago di Novaya Zemlya al largo delle coste della Russia nord-occidentale. Non solo, più di 100 sottomarini nucleari dismessi sono stati affondati nei vicini mari di Kara e Barents. L’area rimane quindi ricca di sostanze radioattive che lo scioglimento dei ghiacci potrebbe liberare nell’atmosfera e nei mari. Il rischio non arriva solo dalla ex-Unione Sovietica: anche l'impianto di ricerca americano di Camp Century ha prodotto notevoli scorie nucleari che sono stata abbandonate sui ghiacci della Groenlandia.

Batteri e sostanze chimiche a rischio rilascio

Ma non è tutto: è stato scoperto che più di 100 diversi microrganismi nel permafrost siberiano sono resistenti agli antibiotici. Con lo scioglimento dei ghiacci, è possibile che questi patogeni vengano rilasciati nelle acque oceaniche creando nuovi ceppi resistenti. Un altro rischio riguarda i sottoprodotti dei combustibili fossili introdotti dall'inizio della rivoluzione industriale. L'Artico contiene anche depositi di metalli naturali, tra cui arsenico, mercurio e nichel, che sono stati estratti per decenni con grande contaminazione da materiale di scarto su decine di milioni di ettari di suolo.

Secondo il rapporto, i rischi derivanti dallo scioglimento dei ghiacci sarebbero quindi ancora poco conosciuti, non quantificati e probabilmente ampiamente sottostimati. Ulteriori ricerche approfondite sarebbero fondamentali per ottenere maggiori informazioni e sviluppare efficaci strategie di contenimento.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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