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La singolare storia del cibo in scatola: come è nato, quando e perché

La singolare storia del cibo in scatola: come è nato, quando e perché

Da più di 200 anni il cibo in scatola ha rivoluzionato il modo di conservare gli alimenti, ecco qual è la sua storia, come è nato e perché

Conservare gli alimenti in modo da poter farli durare nel tempo e consumarli in sicurezza è stata a lungo una vera lotta per il genere umano. Evitare di dover consumare immediatamente il cibo cacciato o raccolto è ciò che ha permesso ai nostri antenati di formare le prime comunità. Ma se le vecchie tecniche di preservazione come l’essiccazione, la salatura, l'affumicatura, la marinatura e la fermentazione potevano bastare nell’antichità, nei tempi moderni di un mondo più globalizzato le vecchie tecniche iniziavano a stare strette. La storia del cibo in scatola, di come è nato e perché si ricollega infatti alla Francia rivoluzionaria e agli eserciti di Napoleone.

storia del cibo in scatola
Foto: @PxFuel

Come, quando e perché è nato il cibo in scatola?

La storia di come e perché è nato il cibo in scatola è la storia di un problema di logistica militare. Nel 1795 la Francia rivoluzionaria era in guerra contemporaneamente con diverse potenze europee contrarie alla rivoluzione repubblicana. Le armate francesi, guidate tra gli altri anche dal giovane generale Napoleone Bonaparte, erano dislocate tra Italia, Olanda, Germania fino ai Caraibi. Le armate francesi avevano un problema comune a tanti eserciti e marine dell’epoca: come conservare il cibo sufficientemente a lungo per nutrire una vasta quantità di uomini dislocati in diverse regioni del mondo. Difficile per soldati e marinai continuare la battaglia quando il cibo andava a male prima di raggiungere il fronte. Il problema era talmente sentito che nel 1795 il governo rivoluzionario francese mise a disposizione un premio di 12.000 franchi a chiunque inventasse un metodo per conservare a lungo gli alimenti e farli arrivare integri in prima linea.

Come è nato il cibo in scatola: la storia

La soluzione al problema arrivò qualche anno più tardi giusto in tempo per l’ascesa al potere di Napoleone. A risolvere la questione fu il pasticcere Nicolas Appert che da anni si era dedicato a studiare la scienza alla base della preservazione degli alimenti. Fu sua l’idea di inserire alimenti in bottiglie di vetro, sigillarle, e riscaldarne il contenuto. Di fatto, un metodo di sterilizzazione prima della sua invenzione da parte di Louis Pasteur. Appert vinse quindi il premio di 12.000 franchi nel 1810 e poco dopo pubblicò la sua scoperta in un libro. Il metodo di conservazione di Appert venne presto applicato per la preservazione alimentare al fronte e nella marina francese.

Dal vetro alla scatola

L’idea di Appert si fondava su un’idea di fondo: se la lunga conservazione funziona per il vino, perché non anche per altri alimenti? Per questo motivo nell’origine della storia di come è nato il cibo in scatola non troviamo nessuna scatola ma bottiglie di vetro. Le bottiglie di vetro tuttavia hanno più di un problema: sono tanto pesanti quanto fragili. Due elementi che in un ambiente come il fronte di una battaglia o la stiva di una nave da guerra rendevano il metodo di preservazione poco pratico. L’invenzione nata dai francesi venne quindi ripresa e migliorata dagli inglesi, anche loro all’epoca con la stessa necessità di nutrire soldati e marinai attorno al mondo. Soli pochi mesi dopo la pubblicazione del lavoro di Appert, il mercante inglese Peter Durand ricevette da re Giorgio III d’Inghilterra il brevetto per la preservazione di alimenti all’interno di scatolette di latta.

Il successo del cibo in scatola

Il passaggio dalla bottiglia di vetro alla scatoletta di latta segnò il successo della storia del cibo in scatola. Il brevetto di Durand venne venduto ad un altro inglese, Bryan Donkin, che fu il primo a investire seriamente nella produzione di cibo in scatola. I suoi alimenti confezionati finirono anche per nutrire i marinai nelle esplorazioni dei poli. Dal 1850 il cibo in scatola cessò di essere un metodo di conservazione destinato ad usi militari e iniziò a diffondersi anche nelle abitazioni per uso civile. Nonostante la sua crescente diffusione, il reale funzionamento del processo (che porta all’uccisione di microrganismi) venne compreso solo col cambio di secolo portando così a un nuovo e più efficace metodo di inscatolamento che ne decretò il successo a livello mondiale.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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