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La scienza dice di rinunciare a carne e formaggio per salvare il pianeta

La scienza dice di rinunciare a carne e formaggio per salvare il pianeta

Rinunciare a carne e formaggio è il singolo modo più veloce per ridurre il nostro impatto ambientale. A sostenerlo una nuova ricerca, mirata a fare chiarezza sulle conseguenze della nostra dieta.

Dovremmo rinunciare a carne e formaggio per salvare il pianeta. O almeno sarebbe questa la singola e più rapida opzione per ridurre il nostro impatto ambientale, secondo una nuova ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista Science. Lo studio, uno dei più completi mai condotti, sostiene che eliminando carne e formaggio dalla nostra dieta ridurremmo la superficie coltivata di oltre il 75%.

Quanto inquinano carne e formaggio?

I ricercatori hanno preso in considerazione un database enorme, ricavato dai dati di 40.000 tra fattorie e industrie alimentari, distribuite in 119 paesi, legate alla produzione di 40 alimenti. Questi rappresentano bene o male il 90% della nostra dieta quotidiana. In base a questi dati si è calcolato il loro impatto dal campo alla forchetta, considerando tutto, dai gas serra emessi all’acqua inquinata.

Il risultato sembra lasciare poco spazio alle interpretazioni: carne e derivati animali contribuiscono per il 18% alle nostre calorie assunte con la dieta e al 35% delle proteine, ma occupano l’83% dei terreni coltivati, producendo il 58% dei gas serra emessi in atmosfera dalle operazioni agricole. Il grafico qui sotto evidenzia anche l'inquinamento di acqua e aria prodotto.

Tofu vs bistecca

Joseph Poore, dell’Università di Oxford, ha guidato la ricerca, arrivando a delle conclusioni interessanti: per produrre 100 grammi di carne si producono da un minimo di circa 20 kg di gas serra - per una piccola parte dei prodotti, più attenti all'ambiente - fino a 105 kg, nella maggior parte dei casi. per la stessa quantità di tofu se ne producono meno di 3,5 kg. Ovvio, i due alimenti non hanno lo stesso apporto nutrizionale, ma la differenza è comunque abissale: nel grafico qui in basso è evidenziata anche in relazione ad altri alimenti.

Allo stesso tempo però non si può fare di tutta l’erba un fascio: la carne proveniente da allevamenti costruiti su zone deforestate è molto più inquinante rispetto a quella che arriva da allevamenti naturali dove gli animali possono pascolare liberi. Detto questo però anche gli allevamenti meno intensivi hanno un’impronta più profonda del previsto sull’ambiente.

Joseph Poore sostiene che risolvere questo problema non sarà semplice, ma ci sono molti modi per iniziare a fare qualcosa: le etichette sui prodotti alimentari, per esempio, potrebbero cominciare a indicare l’effettivo impatto ambientale degli alimenti.


Matteo Buonanno Seves
Matteo Buonanno Seves
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
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