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India, nati quattro cuccioli di ghepardo dopo 70 anni

India, nati quattro cuccioli di ghepardo dopo 70 anni

Il ghepardo nel mondo è considerato vulnerabile, ma dall’India arrivano segnali di rinascita, e non mancano altri progetti nel mondo

Una notizia davvero ottima per uno degli animali più veloci del mondo. Dopo decenni di tentativi, per la salvaguardia del ghepardo arriva un segnale di speranza dall’India, uno dei suoi habitat originari. Nel frattempo, sono in cantiere diversi altri progetti nel mondo che lo riguardano. Ma c’è anche chi li guarda con un occhio critico: per evitare effetti collaterali, vanno fatti con un certo criterio.

ghepardo india
@envatoelements

Il ghepardo in India

Il ghepardo si è ufficialmente estinto in India nel 1952, soprattutto a causa di caccia, mancanza di prede e perdita di habitat. Il Paese ha tentato più volte di reintrodurre il felino, fino ad arrivare al 2022, quando sono stati reintrodotti 8 esemplari provenienti dalla Namibia.

Uno degli 8, ad oggi, purtroppo non è sopravvissuto. D’altra parte, si è pur sempre trattato del primo trasporto al mondo di un grande carnivoro da un continente all’altro: forse non tutti i rischi sono ancora noti. Ma ora una femmina di questi 8 nuovi arrivati ha dato alla luce 4 cuccioli nel Santuario e Parco Nazionale di Kuno. E altri 12 esemplari sono in dirittura d’arrivo, prelevati lo scorso marzo dal Sud Africa.

Il ghepardo nel mondo

Si pensa che siano circa 7000 gli esemplari di ghepardo nel mondo. Per lo più si trovano in Africa meridionale e orientale, come in Namibia, Botswana, Kenya e Tanzania. Ma in molti habitat originari è considerato estinto, tipo nell’Africa occidentale, nel Medio Oriente e nel Sud-Ovest dell’Asia, India compresa. Per questo motivo, nel complesso è considerato “Vulnerabile”, quindi in una delle categorie a rischio di estinzione.

Progetti ambiziosi, ma attenzione ai metodi

Nei prossimi 5 anni, si stima che, solamente in India, si potrebbe arrivare alla reintroduzione di 50 esemplari di ghepardo. Nel mondo, il WWF sta pensando di realizzare degli ecodotti sia in Africa che in Asia, in modo da facilitarne il ripopolamento.

C’è comunque chi invita alla cautela. In uno studio pubblicato su “Nature” lo scorso 16 febbraio, si fa notare che introdurre ghepardi africani in Asia può comportare rischi ecologici, genetici e patologici. Cose da considerare bene e prevenire quando si tratta di conservazione ed equilibri ecologici.


Enrico Becchi
Enrico Becchi
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Scrittore, divulgatore scientifico, giornalista. Con quello che scrivo e racconto cerco di rendere le persone consapevoli di sé stesse e del mondo spaziando fra tanti ambiti, fra le scienze naturali e le scienze di frontiera.
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