Il futuro del biologico saranno gli OGM
Vi immaginate se il futuro del biologico dovessero essere gli OGM? Può suonare come una provocazione, ma negli Stati Uniti alcuni agricoltori bio stanno cominciando ad informarsi su alcuni impieghi della tecnica CRISPR, qui in Europa considerata nella categoria OGM. In Italia tendiamo a considerare questi due ambiti come ossimori, ma potrebbero contribuire assieme ad un nuovo modo di concepire l’agricoltura.
Perché CRISPR non vuol dire OGM
I più critici nei confronti della tecnologia CRISPR la paragonano né più né meno agli OGM, ma questa considerazione è troppo semplicistica. Negli organismi geneticamente modificati, quindi frutto dell’ingegneria genetica, all’interno del DNA dell’organismo soggetto alla modifica viene inserito una porzione di nuovo DNA, anche da specie non naturalmente compatibili. Questo frammento di DNA si posiziona in maniera casuale nel genoma dell’ospite.
La tecnologia CRISPR è molto più raffinata ma, soprattutto, può essere utilizzata per due scopi diversi: in un caso viene impiegata per inserire un frammento di DNA, ma in maniera più precisa rispetto ai normali OGM. Nell’altro caso può indurre una mutazione localizzata, senza inserire alcun DNA estraneo. È proprio questa l’opzione che più interessa agli agricoltori biologici, che ottengono un risultato simile ma molto meno preciso con l’induzione di mutazione, una tecnica consentita negli USA nelle coltivazioni biologiche. Quest'ultima tecnica consiste nel sottoporre i semi a una fonte di radiazioni per indurre mutazioni casuali, selezionando poi nel tempo quelle più utili agli agricoltori.
Il futuro del biologico
Nel 2014 erano circa 1000 le varietà derivate dall’induzione di mutazione e in Italia alcune di queste possono essere certificate come biologiche se coltivate seguendo il disciplinare giusto. Insomma, il seme frutto di una modifica indotta da radiazioni o potenti agenti chimici può essere coltivato e venduto come biologico. Anche negli Stati Uniti questa pratica è compatibile con la certificazione bio, in inglese «organic», ma sempre più agricoltori biologici si mostrano interessati alla tecnologia CRISPR come alternativa.
Il vantaggio sarebbe semplice: mentre l’induzione di mutazione provoca piccole mutazioni casuali, la tecnologia CRISPR riesce a fare lo stesso con molta più precisione. Questo vorrebbe dire riduzione nei costi e nei tempi della selezione, rendendo allo stesso tempo gli agricoltori stessi più indipendenti rispetto alla grandi multinazionali delle sementi. Il vantaggio varrebbe per gli agricoltori dediti al biologico ma anche per quelli tradizionali. In Europa attualmente questa tecnologia è considerata al pari degli altri OGM, e l’Italia si è sempre schierata contro questo tipo di biotecnologie. Potrebbe essere arrivato il momento di ricredersi.