Il fico d’India ha caratteristiche peculiari che lo rendono resistente alla siccità e la pianta è a tutti gli effetti un tipo di cactus.
Siamo abituati ad associare il nome cactus all’immagine delle piante spinose tipiche del deserto, ma la verità è che a essi appartengono vari vegetali, fra cui spicca anche il fico d’India. Questo presenta caratteristiche peculiari che lo differenziano da molti dei suoi simili, ma si conferma un campione di resistenza alla siccità, capace di sfruttare a pieno i meccanismi difensivi tipici delle piante grasse.
Fico d’India: pianta, fiore e frutto
Il fico d’India è una pianta appartenente alla famiglia delle cactacee e risulta, quindi, a tutti gli effetti un cactus. Il nome potrebbe trarre in inganno, ma, in realtà, l’Opuntia ficus-indica è un vegetale originario del Messico. La denominazione è, dunque, ancora una volta, da collegare all’errore di Cristoforo Colombo.
Si tratta di una pianta succulenta, ovvero grassa, che resiste bene nei climi aridi e può raggiungere i 5 m di altezza. Il fusto è costituito dai cladodi, delle specie di foglie appiattite dalla consistenza legnosa, definite anche pale. La fioritura avviene in estate e la pianta si ricopre di fiori rossi e gialli, in grado, poi, di dare origine ai frutti commestibili che tutti conosciamo.
Perché il fico d’India è un cactus
Il fico d’India è chiamato anche cactus del Mediterraneo e questo non lascia dubbi sulla sua natura. A darci i maggiori indizi sono i cladodi e la loro funzione. Questi sostituiscono, infatti, le foglie nello svolgimento della fotosintesi e fanno anche da riserva d’acqua.
Sono ricoperti da una cuticola cerosa che trattiene l’umidità, oltre a proteggere la pianta stessa dai predatori. Come tutti i cactus il fico d’India resiste, dunque, bene alla siccità, e prospera nei climi aridi e caldi. Non sopporta, però, temperature inferiori agli 0 °C per tempi prolungati e rende al massimo quando le colonnine di mercurio non scendono al di sotto dei 6 °C.
Differenza tra fico d’India e cactus
Ciascun fico d’India è un cactus, ma il contrario non può essere ritenuto altrettanto vero. Con quest’ultimo termine si indicano, infatti, oltre 3.000 specie di piante grasse o succulente, che possono rivelarsi tra loro molto diverse. Il fico d’India non presenta, dunque, il classico aspetto che siamo abituati ad associare alle spinose piante.
Le sue spine non appaiono, infatti, lunghe e appuntite. Raggiungono, invece, i 2 cm, sono sottili e si raccolgono in piccoli ciuffetti. La loro efficacia come meccanismo di protezione per la pianta rimane, comunque elevata. Esse sono, infatti, in grado di penetrare in profondità nella carne.
Anche se spesso il termine cactus viene associato solo a quelle piante che prosperano nel deserto è chiaro che la popolarità del fico d’India è andata ben oltre le zone aride. Oggi i vegetali vengono coltivati tanto per scopi ornamentali, quanto per esigenze alimentari. La pianta ha bisogno di essere collocata in zone assolate. Quando si opta per il vaso è, poi, opportuno che questo sia ampio e che nel terriccio non si accumuli troppa acqua.