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Il cotone biologico lancia la sfida a quello OGM

Il cotone biologico lancia la sfida a quello OGM

Il cotone biologico lancia la sfida a quello OGM della multinazionale Monsanto grazie a un accordo in India tra gli agricoltori, spalleggiati dal governo.

Una vicenda che ricorda la battaglia biblica tra Davide e Golia quella del cotone biologico e della sua sfida a quello OGM. In India un gruppo sempre più nutrito di agricoltori si è schierato, sostenuto dal governo, contro la scesa in campo sul mercato di una delle multinazionali più discusse del mondo proprio affidandosi al biologico.

La scelta delle varietà locali di cotone biologico

L’origine della sfida del cotone biologico a quello OGM, deriva dall’ingresso della multinazionale Monsanto - nota per la produzione del erbicida Roundup a base di glifosato - sul mercato indiano, dal 2002, con il suo Bt Cotton, un cotone OGM resistente ai parassiti. Per quanto il prodotto potesse sembrare a tratti miracoloso i semi risultavano costosi e la loro efficacia tendeva a svanire dopo un solo anno, rendendo poi più complessa la lotta alle specie infestanti, specialmente il pink bollworm. Per gli agricoltori fu un duro colpo e l’azione della multinazionale lasciò delle ferite profonde nel tessuto economico e sociale delle aree di produzione.

Tuttavia, negli anni a seguire una possibile soluzione è stata individuata. Il cotone biologico ha lanciato una vera sfida a quello OGM. Dal 2013 le autorità in collaborazione con gli agricoltori hanno spinto per la diffusione e l’utilizzo delle varietà autoctone. Una scelta che ha coinvolto un numero sempre crescente di agricoltori fino a creare un vero e proprio scossone sul mercato, con perdite per la multinazionale stimate nell’ordine dei 75 milioni di dollari, circa il 15% del loro introito sul mercato del cotone indiano.

Nella regione del Vidharba, tra le più colpite dagli effetti del Bt Cotton, è nata l’associazione Fiber for Freedom che, oltre a sostenere economicamente gli agricoltori in crisi promuove l’utilizzo del cotone biologico locale a discapito di quello OGM proposto in passato dalla multinazionale. Una risoluzione che oltre ad aiutare i coltivatori si tradurrà nel tempo positivamente sull’ambiente, con una maggiore diffusione di terreni dedicati all’agricoltura biologico. Quello indiano si tratta di un caso emblematico di come nel mondo di oggi spesso solo le soluzioni locali quelle più efficaci per la risoluzione di problemi globali.


Fabrizio Inverardi
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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