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Il Cammino nelle Terre Mutate, un viaggio solidale nel cuore dell’Appennino

Il Cammino nelle Terre Mutate, un viaggio solidale nel cuore dell’Appennino

250 km attraverso le terre del sisma, questo è il Cammino nelle Terre Mutate, un percorso di solidarietà che attraversa 4 regioni.

Il Cammino nelle Terre Mutate è un viaggio attraverso 4 regioni dell’Italia centrale: Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. Da Fabriano a L’Aquila, passando per Matelica, Camerino, Castelluccio di Norcia e Amatrice, ci si addentra nelle zone colpite dal terremoto (quello aquilano del 2009 e quelli del 2016 e 2017) passando per due importanti aree protette: il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e il Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga. Ma soprattutto si entra in contatto con le popolazioni colpite da distruzione e lutto, scoprendo storie di resistenza e rinascita. Un viaggio lento che conduce inevitabilmente a un confronto costruttivo verso un nuovo modo di essere umani.

Il Cammino nelle Terre Mutate, un viaggio solidale nel cuore dell’Appennino
@envatoelements

Come nasce il Cammino nelle Terre Mutate 

Il Cammino nelle Terre Mutate rappresenta l’evoluzione naturale della “Lunga Marcia per L’Aquila", la cui prima edizione fu organizzata nel 2012 in segno di solidarietà al capoluogo abruzzese per il terremoto del 6 aprile 2009. Il nome del Cammino trae origine dal comitato Terre Mutate, un gruppo di coraggiose donne aquilane che si diedero l’obiettivo di creare la Casa delle Donne per ricostruire il tessuto sociale e le relazioni cittadine. Il nome era stato a sua volta ripreso da una frase di un regista del capoluogo abruzzese, Francesco Paolucci: “sono un terre-mutato”.

Prima di partire 

Come ogni viaggio, anche il Cammino nelle Terre Mutate prevede alcune raccomandazioni. In valigia, oltre all’abbigliamento tecnico e all’attrezzatura minima necessaria (bastoncini telescopici, borraccia e kit di primo soccorso), si consiglia di riporre anche la guida ufficiale Il Cammino nelle Terre Mutate, acquistabile online e la Credenziale, una scheda che “attesta l’autenticità del Cammino, consente l’accesso alle strutture che offrono ospitalità e consente di richiedere il Testimonium, che certifica di aver contribuito al rilancio di queste zone”. Sul sito del Cammino è specificato che questo non è un semplice trekking ma piuttosto un percorso di cambiamento profondo. In valigia, quindi, non può mancare una buona dose di rispetto, tolleranza e comprensione per gli abitanti delle Terre Mutate, anch’essi profondamente trasformati dal sisma.

I luoghi del Cammino

Dal punto di vista paesaggistico siamo in una zona d’Italia particolarmente affascinante, dove il tempo sembra essersi fermato e ricca di biodiversità. Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è di una bellezza straordinaria dal punto di vista sia della natura sia dell’architettura medievale. Numerose sono le specie endemiche oltre al lupo, il falco pellegrino e l'aquila reale. Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, è uno dei più grandi d’Italia. All’interno del Parco è presente, oltre al Corno Grande, la vetta appenninica più alta (2912 metri), anche il Calderone, il ghiacciaio più meridionale d’Europa, l’unico dell’Appennino. Altrettanta bellezza la si ritrova nei borghi medievali e nelle abbazie visibili lungo il Cammino nelle Terre Mutate, una bellezza espressa a livello architettonico e artistico prima delle scosse sismiche e manifestata nello spirito di resistenza, spinta allazione e voglia di rinascita dopo quei terribili momenti.

Le 14 tappe

Da Fabriano, punto di partenza del Cammino nelle Terre Mutate, si percorrono sentieri costeggiati da querce monumentali. Una volta superato lEremo di San Silvestro sulle pendici di Monte Fano, si prosegue verso il fiume Esino in direzione di Matelica. La seconda tappa prevede 24 km di camminata tra le colline marchigiane, ricoperte da vigneti e macchia mediterranea, con arrivo a Camerino. La terza tappa è abbastanza impegnativa e prevede un dislivello di circa 800 m ma la vista spettacolare sul lago di Fiastra sarà la ricompensa perfetta dopo le fatiche intraprese. Altrettanto panoramica è la tappa successiva che porta fino alla valle di Ussita dominata dal massiccio dolomitico del Monte Bove. Attraversando lalta valle del fiume Nera ci si avvia verso Norcia, il paese di San Benedetto. Da qui ci si sposta sullaltopiano carsico di Castelluccio, particolarmente suggestivo a inizio estate quando, per diverse settimane, i pascoli si trasformano in tappeti colorati per la fioritura di diverse specie floreali. Questa è anche la terra della lenticchia IGP. Si prosegue il Cammino per raggiungere i luoghi tristemente noti di Arquata del Tronto, Pescara del Tronto, Accumoli e Amatrice. Da qui si entra in Abruzzo passando per il lago di Campotosto. La penultima tappa rappresenta uno dei tratti più impegnativi del Cammino per la lunghezza e per le difficoltà di orientamento ma è anche una delle più belle perché offre una vista incredibile sul massiccio del Gran Sasso. La 14^ e ultima tappa è una piacevole passeggiata di circa due ore con vista sulla Majella e arrivo a LAquila, dove è d’obbligo una visita alla Basilica di Santa Maria Collemaggio, simbolo della città insieme alla Fontana delle 99 Cannelle.


Erika Barani
Erika Barani
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Interprete e Traduttrice Laureata in Linguistica Inglese, da sempre mi interesso di tematiche ambientali e amo gli animali: da loro ho imparato il rispetto per la natura e per tutti gli esseri viventi.
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