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 <div class="wpb_wrapper"> <p><strong>Gli astronauti hanno mangiato sulla Luna</strong>, e il primo pasto mai consumato sul nostro satellite fu del <strong>bacon</strong>, icona della gastronomia americana. Quello del cibo può sembrare un problema secondario quando si sta mandando degli uomini sul nostro satellite, ma si tratta di una di un <strong>aspetto fondamentale nella stabilità emotiva di un equipaggio</strong>: avere il proprio piatto preferito, caffè e magari un dolce può fare la differenza nel modo in cui un astronauta viva la propria missione.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <h2>Il menù degli astronauti sulla Luna</h2> <p>Fu la missione <strong>Apollo 11</strong> a portare l’uomo sulla Luna, a bordo del razzo Saturn V, una macchina impressionante che il <strong>16 luglio</strong>, alle ore <strong>13:32</strong> decollò dal <strong>Kennedy Space Center</strong>. A bordo c’erano <strong>Neil Armstrong</strong>, <strong>Buzz Aldrin</strong> e <strong>Michael Collins</strong>, ma solo i primi due avrebbero messo piede sul suolo lunare. La missione si concluse il 24 luglio, ben otto giorni dopo: questo vuol dire che, assieme a tutto l’equipaggiamento necessario, furono trasportati <strong>81 pasti</strong>, studiati uno ad uno per gli astronauti.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Fu proprio durante il <strong>ciclo di missioni Apollo</strong> che la NASA mise a punto alcune tecniche che finora non avevano mai visto l’applicazione nello spazio. Una su tutte, banalmente, il <strong>caffè</strong>: <strong>15 tazze per ciascun astronauta</strong>, nero per Aldrin, con zucchero per Collins e leggero per Armstrong. Il sistema con cui si preparava il cibo venne aggiornato in occasione della missione Apollo 11: furono messe a punto delle buste da collegare ad un <strong>particolare macchinario</strong>, in grado di reidratare e scaldare singole porzioni. Qualcosa di estremamente simile è impiegato ancora oggi sulla Stazione Spaziale Internazionale.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Nel 1974, 5 anni dopo il termine della missione, la NASA ha reso pubblico un documento di ben 75 pagine dedicato esclusivamente al «<strong>sistema alimentare delle missioni Apollo</strong>», in cui si analizzavano tutti gli aspetti legati ai pasti degli astronauti. Bisognava considerare il volume, il tempo di preparazione, quanto piacesse all’equipaggio, la conservazione, il contenuto nutrizionale, assieme a diversi altri parametri. Questo dimostra ancora una volta la <strong>complessità della questione</strong>: per noi mangiare è un atto abitudinario, ma nello spazio nulla è scontato.</p> </div> 

menu-astronauti-luna

Sapete cosa hanno mangiato i primi astronauti sulla Luna? Nonostante gli sforzi tecnologici per portare l’uomo nello spazio furono giganteschi, quelli fatti dal punto di vista del cibo sono tutt’oggi molto sottovalutati.

Cosa hanno mangiato i primi astronauti sulla Luna

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Vi siete mai chiesti <strong>come si mangia nello spazio?</strong> La <strong>dieta degli astronauti</strong> sta diventando un tema sempre più importante per chi si occuperà delle future missioni spaziali: trasportare le scorte per un viaggio su Marte, che verosimilmente potrà durare anche <strong>500 giorni</strong>, diventa infatti molto complicato. La<strong> NASA</strong> ha spiegato molto bene <strong>come facciano gli astronauti attualmente a nutrirsi</strong>, ma le cose in futuro potrebbero cambiare, anche parecchio.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <h2>Com’è la dieta degli astronauti</h2> <p>Cosa mangiano gli astronauti, attualmente, nello spazio? Per rispondere a questa domanda è necessario sottolineare che esiste un dipartimento dedicato alla NASA, che si occupa di <strong>nutrizione biochimica</strong>. Si occupa di studiare ogni aspetto della dieta degli astronauti, <strong>valutando ogni singolo nutriente che questi assimilano o necessitano durante la permanenza nello spazio</strong>.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Questo livello di dettaglio non c’è sempre stato: gli astronauti sono <strong>relativamente liberi di consumare il cibo che vogliono nella ISS</strong>, ma da qualche tempo segnano tutto ciò che mangiano in una applicazione apposita. Dal sodio alla <strong>vitamina A</strong> passando per il livello di fluidi e i carboidrati, gli scienziati a terra tengono monitorata la dieta degli astronauti in modo che <strong>siano sempre al massimo del loro potenziale</strong>.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <h2>I problemi nutrizionali degli astronauti</h2> <p>Per i viaggi nello spazio più brevi, come le missioni della durata di un paio di settimane, gli scienziati della NASA ammettono di non porre praticamente alcun vincolo. Quando però il tempo di permanenza diventa di mesi, come sulla ISS, allora è più probabile che venga messo a punto un <strong>calendario alimentare</strong>.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>La dieta degli astronauti è ancora più fondamentale nell’ottica dell’esplorazione di Marte, basti pensare alla storia dei <strong>viaggi in mare</strong>: cercando nuove rotte commerciali si calcola siano morti circa <strong>2 milioni di persone per lo scorbuto</strong>, malattia causata da una carenza di <strong>vitamina C</strong>.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Per questo motivo gli scienziati per le missioni più lunghe programmano di considerare ogni aspetto della nutrizione degli astronauti, <strong>non semplicemente l’intake calorico</strong>, ma anche tutti i macro e micro nutrienti di cui in corpo umano ha bisogno. Ci si aiuta anche con <strong>ricerche condotte in Antartide</strong>, dove la mancanza di sole, simile a quella che si avrebbe durante un lungo, incide sul nostro metabolismo, per esempio per la <strong>vitamina D</strong>.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <h2>Cosa si mangia nello spazio</h2> <p>Ai problemi nutrizionali si aggiungono, per gli astronauti, le dinamiche della gravità zero: <strong>certi prodotti sono estremamente pericolosi da consumare nello spazio</strong>, in particolare quelli che producono <strong>troppe briciole</strong>. In un ambiente senza gravità infatti piccoli frammenti di cibo diventano <strong>una minaccia per la strumentazione di bordo</strong> e la salute degli astronauti stessi, che rischierebbero di <strong>respirarli</strong> o <strong>ferirsi gli occhi</strong>.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Per lo stesso motivo <strong>sale e pepe</strong>, almeno nella forma che conosciamo,<strong> sono severamente vietati</strong>, anche perché il gesto che facciamo comunemente per salare o pepare non avrebbe alcun effetto nello spazio. Al loro posto vengono utilizzati dei <strong>densi liquidi</strong> che aderiscono agli alimenti per capillarità, non costituendo così alcun pericolo per gli astronauti.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Un altro problema a cui i nutrizionisti della NASA devono far fronte è l<strong>’impossibilità di avere dei frigoriferi nella stazione spaziale internazionale</strong>. Per questo non è impossibile inviare alimenti che abbiano bisogno di refrigerazione per essere conservati, ma si opta più spesso per <strong>sottovuoto</strong> o <strong>liofilizzazione</strong>.</p> <p>Insomma, la dieta degli astronauti, così come il semplice mangiare nello spazio, sono tra le sfide più stimolanti che gli scienziati dovranno affrontare nei prossimi anni.</p> </div> 

problemi-nutrizionali-astronauti

Sempre più spesso la dieta degli astronauti diventa argomento per capire il futuro dell’esplorazione spaziale. La NASA ha spiegato come si mangia a gravità zero.

Dieta degli astronauti: la NASA spiega come si mangia nello spazio

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Può sembrare un controsenso ma il fatto che il <strong>cibo nello spazio</strong> sia quasi tutto <strong>senza glutine</strong> non implica che vi possano essere astronauti celiaci. Detto ciò, tornando al cibo, si tratta di una curiosità interessante; mentre per quanto riguarda gli astronauti le ragioni sono piuttosto concrete.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <h2>La NASA manda cibo nello spazio senza glutine</h2> <p>Le ragioni di ciò non sono chiare, tuttavia si può ipotizzare che dal momento che i cibi lievitati - spesso contenenti glutine - non si adattino al meglio all’ambiente di una stazione spaziale, a causa della loro tendenza a formare briciole, l’optare per il <strong>cibo gluten free</strong> nello spazio sia quasi una conseguenza logica. Le ragioni infatti non riguardano certamente le necessità alimentari degli <strong>astronauti</strong> i quali - dichiaratamente - non possono essere né <strong>celiaci </strong>né<strong> vegani</strong>. Questa scelta non dipende dalla scarsa sensibilità dell’agenzia spaziale verso le scelte e le necessità alimentari dei suoi astronauti, bensì dall’eccessiva complicazione che comporterebbe accontentarle.</p> </div> 

 <div class="wpb_wrapper"> <p>Generalmente la NASA vuole astronauti che mangino carne e che vadano a letto tardi. Questo è il profilo più adatto allo spazio secondo l’agenzia. Considerando che il cibo spaziale, gluten free e non, deve essere necessariamente perfettamente adeguato al <strong>fabbisogno degli astronauti</strong>, senza occupare spazio e creare briciole. Una serie di caratteristiche difficilmente compatibili con una grande varietà. Tuttavia esiste anche un lato positivo per i celiaci che, per quanto non potranno andare nello spazio, avranno la possibilità sulla terra di gustare il cibo spaziale, oggi disponibile anche online, <strong>super nutriente </strong>e<strong> gluten free</strong>.</p> </div> 

NASA-cibo-spazio-senza-glutine

Non tutti immaginano che gran parte del cibo nello spazio sia senza glutine ma, allo stesso tempo, che non vi possano essere astronauti affetti da celiachia.

Il cibo nello spazio è quasi tutto senza glutine

 <div class="wpb_wrapper"> <h2>Come saranno i primi biscotti spaziali?</h2> <p>Anche il risultato potrebbe essere tutt’altro che convenzionale. I primi biscotti nello spazio assomiglieranno probabilmente più <strong>a delle frittelle o quantomeno a delle palline</strong>. La forza di gravità sulla Terra contrasta con la tendenza dei lieviti a crescere e quindi pane o biscotti finiscono per assumere una forma caratteristica che non è replicabile in assenza di peso. Saranno almeno buoni? Purtroppo non spetterà agli astronauti stabilirlo, pare infatti che i primi biscotti nello spazio <strong>non potranno venire mangiati</strong> ma dovranno tornare sulla Terra per venire analizzati. Tra le preoccupazioni dei ricercatori i possibili <strong>effetti sugli ingredienti</strong> in assenza di gravita ed eventuali ripercussioni sul corpo umano. Il primo forno per cucinare in assenza di gravità dovrebbe venire lanciato sulla Stazione Spaziale entro la fine dell’anno.</p> </div> 

biscotti-spazio

Scienza

Un forno speciale realizzato apposta per cucinare biscotti nello spazio in assenza di gravità. Si studieranno anche gli effetti sugli ingredienti e sul corpo umano. 

Gli scienziati proveranno a cucinare i primi biscotti nello spazio

denis_venturi

Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.

Denis Venturi

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