Un giardino a emissioni zero è pensato per ridurre al minimo l’impatto ambientale: ecco i consigli su come realizzarlo.
A tutti piace un bel giardino ma non tutti i giardini sono uguali. Solo perché è ricco di verde non significa che un giardino sia concepito e realizzato in modo sostenibile. A differenza di un giardino tradizionale, un giardino a emissioni zero si concentra proprio sulla sostenibilità, sulla riduzione dell'impatto ambientale e sull'uso responsabile delle risorse naturali.
Questi giardini sono progettati per essere sostenibili, ecologici e amici dell'ambiente, ad esempio, riducendo al minimo l'uso di carburante per tosaerba o fertilizzanti chimici. Ecco alcuni consigli per realizzare anche tu un giardino a emissioni zero.
Giardino a emissioni zero: scegli piante native
Le piante autoctone sono particolarmente adattate al clima, al suolo e alle condizioni locali. Questo, in genere, significa che per crescere richiedono meno manutenzione, meno irrigazione e meno fertilizzanti rispetto a piante che arrivano da altre località. Non solo: i pesticidi utilizzati sulle piante sono spesso una primaria fonte di emissioni di gas serra. Le specie autoctone sono generalmente più resistenti ai parassiti e possono persino prosperare in presenza di insetti ed erbacce che affliggono invece tantissime specie esotiche.
Scegli alternative al prato
L'idea che il giardino debba essere sempre tagliato, pulito e perfetto ha contribuito in modo significativo al consumo di risorse e alle emissioni di carbonio. Lascia invece che il giardino cresca in modo più naturale e scegliendo alternative al «prato inglese», come fiori e piante selvatiche.
Questa scelta aiuta a promuovere la biodiversità attirando insetti importanti come le api e predatori naturali, riduce l'uso di energia per la manutenzione evitando di usare costantemente il tosaerba e crea un ambiente più sostenibile e adatto alla fauna selvatica. Se l'erba viene lasciata crescere più a lungo inoltre, aiuta a trattenere più umidità, un’ottima soluzione specialmente nei periodi di secco prolungato.
Composta i tuoi rifiuti organici
I fertilizzanti chimici spesso contengono sostanze sintetiche che possono inquinare il suolo e le risorse idriche circostanti, compromettendo la salute dell'ecosistema. Non solo, la loro produzione, così come la produzione di fertilizzanti a base di torba, comporta in genere ingenti emissioni di gas serra.
Al contrario, il compost fatto in casa è una risorsa naturale ricca di nutrienti, ottenuta dalla decomposizione dei rifiuti organici. Questo non solo arricchisce il terreno, ma contribuisce anche a trattenere a migliorare la sua capacità di assorbire CO2. Inizia quindi a fare compostaggio dei tuoi rifiuti organici come foglie cadute, erba tagliata e scarti di cibo in modo da utilizzarlo per il tuo giardino a zero emissioni.
Pianta alberi e siepi
Gli alberi svolgono un ruolo importante nell'assorbire il carbonio dall'atmosfera. Quando possibile, nel tuo giardino pianta alberi adatti a prosperare nella tua zona. Piantare arbusti e piante perenni con radici profonde significa che torneranno anno dopo anno. Per il tuo giardino a emissioni zero inoltre considera una siepe invece di una recinzione: le siepi non solo offrono un habitat prezioso per la fauna selvatica, ma possono anche contribuire a migliorare la qualità dell'aria.
Coltiva i tuoi ortaggi in casa
Se hai la possibilità, nel tuo giardino coltiva in casa ortaggi e verdure. In questo modo non solo saprai di avere un prodotto fresco, sano e genuino ma eviterai le emissioni legate alla produzione e al trasporto di ortaggi oltre alla produzione e all’utilizzo di confezioni di plastica, riducendo così le emissioni di carbonio associate all'acquisto di prodotti nel supermercato.
Non cementificare il tuo giardino
Le superfici dure disturbano il ciclo naturale dell’acqua rendendo più difficile assorbire l'acqua piovana in modo efficace. Evita di ricoprire il tuo giardino di cemento o piastrelle e mantieni il più possibile le superfici naturali, in questo modo aiuterai l’acqua a filtrare naturalmente nel terreno per tornare in circolo. Inoltre, queste superfici dure riscaldano notevolmente in estate, contribuendo all'effetto «isola di calore» nei centri urbani.