Futuro della crisi climatica ed emissioni: esistono scenari molto diversi

La relazione tra crisi climatica ed emissioni è stata al centro del Sesto Rapporto di Valutazione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change. I ricercatori si sono concentrati sul futuro del pianeta e hanno delineato cinque diversi scenari. Tra i più ottimistici e quelli apocalittici il divario è ampio e ora fare una scelta consapevole appare sempre più una responsabilità collettiva.

Il futuro della crisi climatica:
Delineare la futura relazione tra crisi climatica ed emissioni si è rivelato impegnativo. Gli scienziati hanno utilizzato diverse variabili relative a società, politica, economia e sviluppo tecnologico per dare vita a cinque scenari. Ognuno di questi Representative Concentration Pathways è basato su un diverso numero di radiazioni aggiunte al sistema Terra entro la fine del secolo, misurato in Watt/m2. L’obiettivo era coprire un’ampia gamma di possibilità, così da consentire alle autorità di mettere a punto varie strategie. Dall’ottimistico RCP 1.9 si arriva, allora, al terribile RPC 8.5. Ogni modello è, poi, connesso a uno scenario di sviluppo economico mondiale e ciò ha reso l’analisi ancora più complessa.
I migliori scenari:
In futuro il rapporto tra crisi climatica ed emissioni potrebbe riservare sorprese. Le ipotesi migliori presentano un pianeta su cui, nel 2100, l’aumento di temperatura è rimasto al di sotto di 2 °C. La neutralità carbonica dovrebbe essere raggiunta entro il 2050 e ci si attende che le tecnologie di sequestro di CO2 conducano persino alla soglia negativa. Una seria cooperazione internazionale porterebbe con sé un benessere diffuso e un’omogenea crescita economica. Al ritmo attuale è molto più probabile che le emissioni rimangano alte fino alla metà del secolo per poi iniziare a scendere coerentemente con i progetti. Le temperature sembrano, poi, destinate a crescere di 2.7 °C con conseguenze climatiche importanti, ma, presumibilmente, arginabili.
Scenari molto diversi:
In futuro la relazione tra crisi climatica ed emissioni potrebbe risultare allarmante. Lo scenario pessimistico presenta, infatti, un mondo con 12 miliardi di abitanti, dilaniato dai nazionalismi e con emissioni alle stelle. Entro il 2100 l’aumento di temperatura globale raggiungerebbe, così, i 3.6 °C e i fenomeni meteo estremi diventerebbero ordinari. In un ultimo modello gli scienziati hanno, poi, ipotizzato un ritorno al carbone. La temperatura, a causa delle emissioni altissime, crescerebbe, allora, di 4.4 °C, ma, la tecnologia ultra evoluta faciliterebbe l’adattamento. Tale scenario appare quasi assurdo. I ricercatori lo hanno però proposto come paradigma di sviluppo imprevedibile, per sottolineare che nulla può essere tralasciato.
Il legame tra futuro della crisi climatica ed emissioni è apparso difficilmente definibile. La sopravvivenza del pianeta dipende da come l’umanità riuscirà ad affrontare tale problematica, e da quanto le autorità si impegneranno effettivamente per trovare strategie coerenti. Il tempo è ormai agli sgoccioli e scegliere la strada giusta correndo è, purtroppo, molto più difficile, che farlo durante una tranquilla passeggiata.
