L’iniziativa
Il primo e per ora unico albero a twittare è una quercia rossa che ha le sue radici nella Foresta di Harvard, nella zona di Petersham (Massachusetts – Stati Uniti). L’iniziativa fa parte di un sistema di un più ampio sistema di monitoraggio messo a punto di progetti Witness Tree e TreeWatch.net. Quest’ultimo è guidato dall’università di Gand (Belgio) e al momento monitora i dati provenienti da 21 alberi sparpagliati in Belgio, Germania, India, Olanda e Regno Unito.
L’obiettivo primario è quello di imparare di più sugli alberi e su come stanno mutando i loro ecosistemi, anche a causa dei cambiamenti climatici. E soprattutto capire come queste trasformazioni influiscono sulla loro vita. Ad esempio, si è scoperto che i periodi di siccità provocano la chiusura degli stomi, i pori presenti sul lato inferiore delle foglie e responsabili dell’entrata dell’anidride carbonica necessaria per la fotosintesi. Quindi, siccità più frequenti possono abbassare l’assorbimento della Co2 da parte delle foreste. Per la raccolta dei dati viene utilizzato un set di sensori in grado di registrare i parametri più rilevanti: un nastro nel tronco monitora il flusso interno dell’acqua; un perno a molla posizionato sulla corteccia misura le variazioni del diametro dell’albero; e, infine, una telecamera registra la caduta delle foglie.
Come twitta l’albero
Nel caso della quercia rossa, i dati raccolti non si prestano solo a essere analizzati da un programma informatico. Vengono anche convertiti in parole e poi nei tweet che alimentano il profilo “A witness tree”. Ci pensano gli algoritmi elaborati appositamente per questo compito. Per ogni parametro specifico ricevuto, il sistema di traduzione sceglie poi automaticamente tra una serie di messaggi preimpostati dai ricercatori e inserisce i dati più significativi. Infine, posta il messaggio scritto in prima persona su Twitter.
“Nel 2019, ha continuato a piovere e a nevicare”, recita uno degli ultimi post risalenti a prima della pandemia. “Nel complesso, è stato l’ottavo anno più umido che abbia mai vissuto da quando sono qui nella Foresta di Harvard. Tutti abbiamo bisogno di acqua, ma quando ce n’è troppa ho più difficoltà ad assorbire ossigeno e a mantenere le radici stabili nel suolo”. Proprio a causa della crisi Covid-19, le comunicazioni della quercia sono ferme a marzo 2020.