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Fiumi interrotti: la crisi climatica li ha ormai resi la norma

Fiumi interrotti: la crisi climatica li ha ormai resi la norma

Un nuovo studio ha mostrato quanto i fiumi interrotti siano comuni e, mentre la scienza indaga su di essi, la preoccupazione per il futuro è alta.

Uno studio pubblicato su Nature ha mostrato che i fiumi interrotti non sono affatto una rarità sul nostro pianeta. Il flusso dei corsi d’acqua si ferma, infatti, per diversi fattori e il riscaldamento globale sta rendendo il fenomeno sempre più comune. Gli scienziati si augurano, ora, che il lavoro orienti la ricerca futura e sperano in una gestione delle risorse che tenga conto dei risultati ottenuti.

fiumi interrotti

I fiumi interrotti:

I fiumi interrotti sono molto più frequenti di quanto si potrebbe pensare. Alcuni corsi d’acqua si interrompono quando le loro acque congelano, mentre nelle zone aride a causare l’arresto del flusso sono i periodi di siccità. Un team della McGill University ha recentemente analizzato i dati raccolti da più di 5.600 stazioni idrologiche. Attraverso l’apprendimento artificiale il modello è stato poi esteso ai 64 milioni di km di rete fluviale mondiale, in base alle diverse variabili climatiche, geologiche e ambientali. I ricercatori hanno stilato per la prima volta una mappa globale e hanno stabilito che tra il 51% e il 60% dei fiumi smette di scorrere per almeno un giorno all’anno.

La crisi climatica:

La crisi climatica ha sui fiumi interrotti un impatto evidente. Ton Snelder della società di consulenza idrica LWP ha spiegato che l’equilibrio dei corsi d’acqua naturalmente intermittenti è sempre più precario. Nei luoghi freddi le acque sono ghiacciate per periodi sempre più brevi, mentre nelle zone aride, tropicali e temperate le severe siccità prosciugano i fiumi sempre più a lungo. Negli ultimi 50 anni anche vasti corsi d’acqua, come Nilo, Indo, Fiume Giallo e Colorado, hanno sperimentato periodi di secca. Tali cambiamenti nei sistemi fluviali sono una minaccia per la biodiversità e il rischio è che alcune specie prosperino a scapito di altre.

Agire per i fiumi interrotti:

Il nuovo studio sui fiumi interrotti apre interessanti prospettive. È in primo luogo necessario promuovere una razionale distribuzione delle risorse. Le attività umane possono, infatti, avere sui corsi d’acqua un impatto devastante. Evitare di estrarre troppa acqua per l’irrigazione diventa, allora, in certe condizioni fondamentale. I ricercatori sperano, poi, che tale ricerca aiuti a rivoluzionare la comune concezione di fiume. Spesso i corsi d’acqua intermittenti vengono ignorati da autorità e comunità scientifica, ma, essendo ormai parte integrante della natura, valorizzarli è d’obbligo. Essi costituiscono per molte comunità fonti di acqua potabile, nonché utili barriere naturali e sono da considerare habitat unici per flora e fauna.

Pensare ai fiumi interrotti non può che apparirci strano. Siamo abituati ad associare tale concetto a corsi d’acqua di modeste dimensioni, ma a scardinare le convinzioni del senso comune ci ha pensato la scienza. Il contributo dell’umanità è tristemente influente e, in futuro, il fenomeno potrebbe diventare ben più estremo. Perché camminare nell’alveo di un fiume non diventi più consueto che nuotarvici, il momento di agire è arrivato.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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