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"Disegnare un albero" di Bruno Munari: cosa ci insegna il libro del famoso designer

"Disegnare un albero" di Bruno Munari: cosa ci insegna il libro del famoso designer

“Disegnare un albero” di Bruno Munari è un classico senza tempo che insegna l’arte di semplificare a qualsiasi età

Artista, designer, maestro, pittore e scrittore: per Bruno Munari non esistono confini delineati ma solo orizzonti da oltrepassare. Per l’artista-designer italiano disegnare, creare e scrivere sono attività fondamentali e preziose per lo sviluppo dell’essere umano. Bruno Munari, infatti, è come un eterno bambino diventato adulto sempre alla ricerca di qualcosa. Sono proprio la curiosità e il movimento ad aver permesso al designer di perfezionare nel tempo un linguaggio visivo personale, in grado di dialogare nel tempo con tutte le età dell’uomo.

La sua attenzione al mondo dei bambini, al gioco e alla pedagogia è nota in tutto il mondo e ancora oggi è un punto di riferimento per centinaia di studiosi, insegnanti e appassionati. Dalla pittura alla scrittura, dal design alla fotografia diverse poetiche si intrecciano per un medesimo risultato: libertà e rigore. E “Disegnare un albero”, di cui parleremo oggi, è uno dei manifesti più emblematici del suo approccio all’arte, al design ma soprattutto alla vita.

bruno munari disegnare albero
Foto: Karolina Grabowska @pexels

Un grande designer italiano

Bruno Munari (1907-1998) è stato un designer, artista e scrittore italiano fra i più grandi protagonisti della storia dell'arte, del design e della grafica del XX secolo. Considerato “un artista totale”, Munari ha rivoluzionato molti campi dell’espressione visiva come pittura, scultura, grafica, disegno industriale, cinematografia e non solo. Il suo metodo, che fonda le radici nella creatività, nella fantasia e nell’apprendimento tramite il gioco, ha stravolto i paradigmi della pedagogia, della didattica, della poesia e della scrittura. Il suo approccio al disegno e alla scrittura poetica nasce da una sperimentazione poliedrica e interdisciplinare che si basa su alcuni dei suoi più grandi desideri: abbattere la rigidità mentale, combattere i dogmatismi culturali della società e ogni forma di immobile intellettualismo.

Se è vero che è difficile eccellere in più discipline, Munari ne è una brillante – e anche divertente – eccezione. Ma il suo approccio, il suo metodo, la sua poetica sono solidi proprio grazie alla logica e al rigore. Per l’artista-designer la libertà nasce proprio dal rigore, dallo studio delle leggi matematiche, dalla scoperta dei vari codici di comunicazione che lui sapeva padroneggiare con grande maestria. D’altronde, per lui il compito dell’artista consisteva proprio nello svelare al mondo queste regole e portarle alla luce attraverso un processo di riduzione e di essenzialità: è proprio da quest’ultima che è possibile ottenere il massimo dell’espressività e della creatività. E come afferma Munari, “complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare.”

“Disegnare un albero” di Bruno Munari

Disegnare un albero è un libro pubblicato nel 1978 e ripubblicato dal 2004 dalla casa editrice Corraini Edizioni. Il libro fa parte, insieme ad altri testi dell’autore come Disegnare il sole e Rose nell’insalata, della collana Workshop. Dal percorso didattico al gioco poetico: questa collana raccoglie i libri che fanno lavorare adulti e bambini insieme per imparare a seguire la fantasia e la creatività. Questi testi, infatti, oltre ad essere iconici in ambito didattico e laboratoriale sono anche dei perfetti manuali artistici.

In questo libro Munari ci invita ad arricchire la nostra conoscenza e migliorare la nostra capacità di osservazione partendo proprio da disegni e schemi base semplici. È proprio dalla semplicità e dalla scomposizione della materia che possiamo comprendere davvero ciò che ci circonda e, soprattutto, possiamo inventare qualcosa di più articolato o semplicemente diverso.

Riprodurre la realtà per averne meno paura

Seguendo alcune regole semplici l’albero si costruisce da solo ma, scorrendo le pagine, si trovano delle variabili da inserire nella costruzione come il vento, il sole o un fulmine. E', infatti, anche un’occasione speciale per conoscere e osservare gli alberi con divertimento e intelligenza. Un’attività che si può fare da soli o in compagnia, che può svolgere un bambino o un adulto. Poco importa, il risultato non cambia: non resisterete alla tentazione di disegnare un albero. Come ci insegna Munari se comprendiamo come funziona la realtà tanto da riuscire a riprodurla attorno a noi, ci farà un po’ meno paura.

Non a caso l’artista-designer disse che “la perfezione, dice un antico proverbio orientale, è bella ma è stupida: bisogna conoscerla ma romperla. Adesso che, come penso, vi sarà chiaro come disegnare un albero, non dovete seguire pedestremente quello che vi ho mostrato; se la regola ormai vi è nota potete disegnare l’albero che volete, tutto diverso da quello che avete visto in questo libro. Potete disegnarli con la matita, con la penna, col pennarello, col pennello, con il pastello, col gesso, con un pezzo di mattone, col carboncino, di cartone ondulato di carta da pacchi, di rete metallica, di plastica e mica di plastica, di cartapesta, di filo di ferro, di ottone, di alluminio, di spago, di spaghetti, di panno, di quello che vi pare. E poi, soprattutto, insegnatelo ad altri”.

Senza dubbio è un libro senza tempo che merita un piccolo posto nella nostra libreria.


Cristina Morgese
Cristina Morgese
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Dopo aver conseguito la Laurea in Storia dell'arte e il Master in Management Museale, lavoro freelance come giornalista, copywriter e content creator. Non credo a confini già delineati, per questo mi piace oltrepassarli e trovare i fili nascosti che legano discipline diverse tra loro.
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Dopo aver conseguito la Laurea in Storia dell'arte e il Master in Management Museale, lavoro freelance come giornalista, copywriter e content creator. Non credo a confini già delineati, per questo mi piace oltrepassarli e trovare i fili nascosti che legano discipline diverse tra loro.
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