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Cuoio di funghi per dire addio alla pelle animale

Cuoio di funghi per dire addio alla pelle animale

Il cuoio di funghi è l’ultimo ritrovato nel campo dei biomateriali e promette di sostituire il cuoio animale imitandone resistenza e apparenza. Meglio addirittura dei materiali alternativi di origine plastica.

Il cuoio di funghi può venire realizzato in diversi modi: già diverse aziende hanno sperimentato tecniche per convertire il fungo in un materiale simile alla pelle animale e fornire un’alternativa non plastica al mercato. L’ultima novità arriva da una startup di biotecnologie statunitense che ha ideato un cuoio di funghi partendo per la prima volta dai miceli, le «radici» del fungo.

Fungo sempre più presente in futuro

I funghi sembrano proprio destinati ad essere una componente sempre più presente nel nostro futuro quotidiano. Già vi abbiamo parlato del caffè ai funghi o dell'hamburger di carne ai funghi ma la presenza di questo prodotto naturale potrebbe presto diventare una componente importante non solo in cucina, ma anche nei materiali con cui entriamo in contatto tutti i giorni.

Già diverse aziende stanno creando materiali simili al cuoio e alla pelle animale partendo dalla lavorazione del fungo, generalmente dal capello o dal gambo. L’americana Bolt Threads invece, già nota nell’ambiente dei biomateriali per la sua «seta di ragno» artificiale ricavata da sciroppo di mais fermentato, è riuscita a realizzare un materiale, chiamato Mylo, estremamente simile alla pelle animale. Il tutto partendo dalle «radici» del fungo: i miceli.

Un processo relativamente semplice

Il processo di creazione è relativamente semplice e paradossalmente non prevede la coltivazione di nessun fungo. Il punto di partenza sono direttamente le cellule miceliali che vengono «coltivate» su un supporto di mais. Il gambo della pianta del mais fornisce la struttura e i nutrimenti di base che consentono ad una parete di cellule di miceli di crescere in modo naturale.

Controllando condizioni come umidità e temperatura è possibile far crescere i miceli in verticale in modo che si assemblino autonomamente in una rete tridimensionale di cellule. Questa rete conferisce al materiale una resistenza di base che viene sfruttata attraverso particolari processi di conciatura. Il processo consente di pressare i miceli nello spessore desiderato creando così un materiale bidimensionale dalle qualità estremamente simili alla pelle naturale.

Meglio del cuoio di plastica

Uno dei principali problemi della pelle e del cuoio artificiale diffusa in commercio oggi è la sua origine plastica. Questo non solo rende il prodotto chiaramente «finto» al tatto, ma pone un serio problema nel momento in cui la pelle artificiale deve venire smaltita finendo, il più delle volte, in discarica. Allo stesso modo non è credibile pensare che la pelle naturale di origine animale possa continuare ad alimentare un mercato in continua crescita.

I biomateriali di nuova generazione rispondono a questo problema con un nuovo approccio: una serie di prodotti, come il cuoio di funghi, di origine completamente naturale e sostenibile. Uno dei vantaggi di questo materiale è anche quello di essere colorabile con semplice tè grazie alla capacità colorante del tannino, rendendolo di fatto completamente biodegradabile. La promessa di questi biomateriali di liberarci dall’allevamento degli animali in modo sostenibile è sicuramente intrigante.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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