Cos’è l’Acmella Oleracea, la pianta usata come botulino vegetale

L’Acmella Oleracea è una pianta di origine tropicale, nota per essere un ottimo anti-rughe naturale. A renderla tale sono i principi attivi che contiene, conosciuti da secoli anche dalle popolazioni indigene, per cui essa è parte della medicina tradizionale. Molte star, fra cui Kate Middleton e Michelle Obama, la userebbero come elisir di bellezza e la sua fama come sostituto vegetale del botulino è in crescita.

Acmella Oleracea
L’Acmella Oleracea è una pianta antichissima. Originaria del Sud America e dell’Africa tropicale essa appartiene alla famiglia delle Asteracee ed è ormai diffusa in tutto il mondo. La pianta raggiunge i 40 cm di altezza e presenta foglie di colore verde intenso e bellissimi fiori giallo-rossi. Questa è coltivata anche in Italia, soprattutto a scopo ornamentale.
Acmella Oleracea in cosmetica
L’Acmella Oleracea è conosciuta oggi soprattutto per essere un ottimo antiage. Essa contiene il principio attivo Spilantolo, un alcaloide dalle proprietà miorilassanti. Applicata localmente questa è, dunque, in grado di rilassare i muscoli facciali e, quindi, di distendere le rughe. La sostanza favorisce anche la produzione del collagene. Contribuisce, quindi, a mantenere la pelle del viso più soda e a ridurre le rughe profonde. L’azione imita, quindi, quella della tossina botulinica, ma risulta più conveniente e meno invasiva. Essa non deve, infatti, essere iniettata e non presenta particolari controindicazioni.
Come usarla
In cosmetica i prodotti a base di Acmella Oleracea sono diversi. In genere è sufficiente spalmare le creme sul viso e massaggiare la zona con delicatezza, fino all’assorbimento, per ottenere un effetto liftante immediato della durata di 8-9 ore. Per realizzare un gel in casa è possibile acquistare l’estratto, preferibilmente in forma liquida, e diluirlo in un olio vettore. Quello di Argan risulta particolarmente indicato.
Altre proprietà dell’Acmella Oleracea
L’Acmella Oleracea non è solo un buon sostitutivo naturale del botulino. Essa ha anche una serie di altre proprietà che la trasformano in una grande risorsa. La scoperta si deve a Françoise Barbira Freedman. L’antropologa francese, durante una spedizione nel 1975, lamentava un forte mal di denti e fu curata dai membri della tribù Keshwa Lamas con un impacco a base della pianta. Da allora la ricerca ha provato che il vegetale può vantare proprietà antinfiammatorie, antisettiche, antibatteriche e analgesiche.
Esso viene utilizzato anche come antimicotico, antivirale e come potente antiparassitario. Esercita persino una blanda azione diuretica e antipiretica, ma può fare da toccasana anche per l’apparato digerente. La pianta è, infatti, un concentrato di composti bioattivi, fra cui troviamo flavonoidi, terpenoidi e saponine.
Gli esperti sottolineano che l’Acmella Oleracea rimane disponibile con i “limiti del cosmetico” e che per sfruttarne a pieno gli effetti a lungo termine la ricerca va approfondita. Rimane la consapevolezza di non essere di fronte a un rimedio miracoloso. Gli scienziati stanno, però, sviluppando metodi in vivo e in vitro per migliorare la produzione dei componenti bioattivi e il futuro appare promettente.
