Per capire come si forma la grandine bisogna guardare alle correnti che si agitano nei cumulonembi e alle dinamiche meteo estive.
La grandine è un fenomeno tutt’altro che raro nelle stagioni calde, ma capire come si forma non è immediato. A fare in modo che i tanto temuti chicchi di ghiaccio cadano è ciò che succede all’interno dei cumulonembi, nubi temporalesche a forte sviluppo verticale, che determinano lo scatenarsi dei temporali. Le sferette di ghiaccio non hanno, comunque, nulla a che vedere con i fiocchi di neve.
Dove si forma la grandine
Per capire come si forma la grandine bisogna spostare la nostra attenzione su ciò che accade sopra le nostre teste prima che si scatenino violenti temporali. Quando una massa d’aria calda ne incontra in quota una di aria fredda, infatti, la prima comincia a salire. Assistiamo così al formarsi del cumulonembo.
La massa d’aria, però, salendo si raffredda e l’umidità al suo interno condensa in goccioline d’acqua. Queste, che negli strati più alti delle nubi incontrano temperature che raggiungono anche i -20 °C, si congelano. Trasportate verso il basso dalle correnti finiscono, poi, per risalire e aumentare in diametro. Il processo si ripete finché il loro peso non fa in modo che cadano al suolo, sotto forma di grandine.
Cos’è la grandine?
Sapere come si forma la grandine ci aiuta a comprendere quale sia l’esatta natura del fenomeno. Con il termine si indica un tipo di precipitazione in cui al suolo cadono frammenti di ghiaccio di forma irregolare più o meno tendenti allo sferoidale. La grandine può cadere anche mista a pioggia e, in genere, non flagella le zone colpite per più di qualche minuto.
Le dimensioni dei chicchi variano notevolmente. Se ne possono osservare, quindi, alcuni che hanno il diametro di una nocciola e altri che ricordano delle palline da golf. Maggiore è il peso dei chicchi più la velocità di caduta aumenta, insieme ai pericoli che essi comportano. I danni possono, infatti, essere ingenti tanto per vegetazione e colture, quanto per auto ed edifici.
Differenza tra grandine e neve
Comprendere come si forma la grandine significa capire che essa è molto diversa dalla neve che cade soffice durante le stagioni fredde. Quest’ultima fa la sua comparsa sulle scene quando il vapore acqueo passa direttamente allo stato solido, senza attraversare quello liquido. Si parla, dunque, di brinamento.
I cumulonembi fanno sempre da teatro al fenomeno, ma ciò avviene solo se le temperature sono vicine allo 0 in tutta la colonna atmosferica. Tali condizioni favorevoli si verificano, in genere, alle medie latitudini e in pianura, in inverno. L’instabilità che fa da necessaria premessa alla formazione della grandine è, invece, più frequente nei mesi di fine primavera, estivi o di inizio autunno.
La grandine cade ormai sulle città sempre più spesso e comprendere come si forma diventa una necessaria premessa per mitigare i danni. Per le autorità i sistemi di allerta meteo precoce si trasformano, allora, in risorse imprescindibili. Il fatto che il chicco di grandine più grande di sempre, caduto in Bangladesh nel 1986 pesasse circa 1,02 kg e precipitasse al suolo a una velocità di 150 km/h dovrebbe fare da monito sufficiente.