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Che origini ha il gianduiotto e perché c'entra il Carnevale

Che origini ha il gianduiotto e perché c'entra il Carnevale

Sono i primi cioccolatini incartati della storia distribuiti per la prima volta durante il carnevale di Torino: che origini ha il gianduiotto

I gianduiotti torinesi sono piccoli cioccolatini incartati, i primi nella storia dei cioccolatini, a base di cacao e nocciole del Piemonte. La loro storia è certamente legata al carnevale torinese e alla maschera tradizionale di Gianduia. Un intreccio tra storia e tradizione curioso e affascinante, come sempre lo sono quelli che raccontano i nostri prodotti. Ecco allora che origini ha il gianduiotto e qual è il cioccolatino originale.

che origine ha il gianduiotto
Foto: Sailko @Wikimedia

Che origini ha il gianduiotto

Il giandojot, come dicono nel dialetto torinese, è un cioccolatino tipico della tradizione piemontese. Il suo esordio arriva nel carnevale del 1865 quando, in occasione festa, Pierre Paul Caffarel ebbe l’idea di distribuirli in strada alla gente, incaricando del compito la tradizionale maschera della Commedia dell’arte, Gianduja. Una scelta azzeccata e che deciderà le sorti del nome di questa delizia.

Da quel giorno in poi, infatti, anziché givu – il nome pensato originariamente e che stava per mozzicone, da intendere nel significato di bocconcino – il cioccolatino venne associato alla maschera del carnevale e chiamato dal popolo gianduiotto.

La storia di un cioccolatino unico

Il vero, primo gianduiotto, quindi, è stato attribuito all’invenzione di Pierre Paul Caffarel che nel 1865 fece uscire per la prima volta dalla sua fabbrica il nuovo cioccolatino incartato, il primo nella storia. Gianduiotto 1865 è divenuto il suo nome.

La ricetta del gianduia

All’intuito di Caffarel si deve l’origine del gianduiotto, ma la nascita del cioccolato gianduia sembrerebbe essere molto più articolata. Storia narra che l’invenzione del gianduia nasca in Piemonte come conseguenza al blocco continentale imposto da Napoleone. Le materie prime erano difficilmente reperibili e quando disponibili costavano tantissimo. Si dice che allora molti pasticceri piemontesi iniziarono a sperimentare nuovi impasti, riducendo la quantità di cacao nel cioccolato e aggiungendo nocciole, prodotto invece molto abbondante in tutto il territorio.

Si arriva così al 1832, anno in cui l’eccentrico Pierre Paul Caffarel, affascinatissimo dal cacao e dai prodotti del nuovo mondo, si trasferisce a Torino dove incontra e si unisce al chocolatier Michele Pochet, aprendo la sua prima fabbrica di cioccolato, la Caffarel Prochet & C.

I due cercavano un modo per far fronte ai rincari e, come altri, iniziarono a lavorare a un nuovo impasto. Così, dall’unione di finissimo cacao, zucchero e nocciole macinate ottengono una pasta cremosa e vellutata, il gianduia.

Caffarel 1865, il gianduiotto originale

Il vero merito di Caffarel fu quello di trovare un modo originalissimo per vendere e pubblicizzare il nuovo cioccolatino della Caffarel Prochet & C.

Questo aveva una forma particolare, quella di una barchetta rovesciata, che si otteneva spremendo con gesto sapiente del cioccolatiere la pasta di cacao inserita nella sac à poche. Solo più tardi, e per invenzione di Giovanni Martino Bianchini, arrivò una macchina per la preparazione industriale del cioccolato che riusciva a riprodurre perfettamente il gesto del cioccolatiere, creando morbide gocce di cioccolato della forma scelta.

Ogni cioccolatino era incartato in un foglio dorato e vendibile come sfuso. Colpo fortunato di marketing, Caffarel lo inaugurò durante il carnevale di Torino, facendolo distribuire dalla maschera che poi gli diede il nome.

Nasce così il primo gianduiotto che tra poco festeggerà i suoi quasi 160 anni di storia.


Elza Coculo
Elza Coculo
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Giornalista pubblicista, in continua formazione per attitudine, mi piace scrivere di tematiche ambientali, sostenibilità e innovazione. Attenta al presente, curiosa per il futuro, sono un’ottimista, convinta che l’unica cosa che ci renda migliori sia la volontà di migliorarsi.
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