Che cosa sono i mocktail, i drink che spopolano nella mixology

La moda è partita già da qualche anno negli Usa. Ma il trend dei cocktail analcolici continua ad andare forte nella mixology e si è diffuso in tutto il mondo. Anche in Italia. Basta vedere le nuove referenze ready to drink lanciate nella Gdo, e le ricette dei bartender che ammiccano alla miscelazione senza spirits. Allora vediamo che cosa sono i famosi mocktail.

Come si preparano i mocktail

Che cosa sono i mocktail? Sono semplicemente cocktail analcolici. Il neologismo anglosassone prevede, infatti, la sostituzione di "cock" con "mock", che in inglese significa finto.

Nei mocktail, la parte alcolica, non deve essere solo evitata ma anche rimpiazzata. E qui subentra l'estro del bartender che deve creare una soluzione equilibrata. Molte volte l'alcol viene sostituito con ginger ale, limonate, ma anche acqua di cocco o acqua frizzante possono fare il loro.

Nei drink del genere, i protagonisti diventano estratti, succhi, tinture preparate artigianalmente ma pure la frutta fresca e la verdura. Senza dimenticare le spezie.

Perché scegliere i mocktail?

Chi beve i mocktail? La prima categoria di consumatori che viene in mente sono gli astemi (per motivi religiosi, per gusto o per esigenze di salute). Ma i cocktail analcolici vengono scelti anche da chi vuole ridurre il contenuto calorico o chi in una serata deve guidare.

Occhio però a pensare che un mocktail debba per forza avere proprietà benefiche o meno calorie. La ricchezza di zucchero di alcune preparazioni, infatti, può comunque incidere sulle diete.

Il mocktail più famoso: Shirley Tample

Esistono tante versioni dei celebri cocktail, in versione alcol free. Dal Bloody Mary al Bellini. Ma il mocktail più famoso è sicuramente lo Shirley Tample.

Venne inventato negli anni '30 all'hotel Royal hawaien di Waikiki (Hawaii) in onore della bimba attrice e ballerina. Si prepara miscelando due parti di ginger ale e una parte di sciroppo di granatina.