Uno studio ha mostrato che gli alberi antichi sono fondamentali per gli ecosistemi e tutelano le specie a rischio estinzione.
Gli alberi antichi non sono solo una meraviglia della natura, ma anche una garanzia di protezione per le specie vegetali a rischio estinzione. A mostrarlo ha contribuito uno studio pubblicato in Proceedings of the National Academy of Sciences, che ha indagato sul caso emblematico di pino nero dei Pirenei e lichene lupo. Il lavoro ribadisce, ancora, una volta, che negli ecosistemi tutti gli elementi sono interconnessi e ora spetta all’uomo limitare i danni.
Alberi antichi e specie a rischio estinzione
A ribadire quanto gli alberi antichi possano essere importanti per tutelare ecosistemi e specie a rischio estinzione ci ha pensato un team dell’Università di Barcellona. Secondo i ricercatori tali vegetali si rivelano grandi protettori della biodiversità in virtù delle proprie caratteristiche peculiari. Essi sono, infatti, in grado di sopportare condizioni climatiche estreme e, con la loro crescita lenta e modulare, riescono a rispondere meglio ai danni.
La longevità diventa, allora, una loro peculiarità e a essere molto lento è anche il processo di decadimento. È proprio in questa fase che gli alberi secolari fanno da baluardo per le altre specie. Sergi Munné-Bosch, fra gli autori dello studio, ha sottolineato che, in un certo senso, più tali vegetali sono in condizioni peggiori e appaiono poco importanti come individui, più si rivelano utili per gli ecosistemi.
Perché gli alberi antichi sono importanti per le specie a rischio estinzione?
Il nuovo studio ha mostrato quanto gli alberi antichi possano fare da salvavita per le specie a rischio estinzione concentrandosi su un caso particolare. Gli scienziati hanno, infatti, analizzato la situazione del lichene lupo e del pino nero dei Pirenei. Il primo è originario del Nord America, ma è presente anche in alcune zone dell’Europa, fra cui rientrano le aree di media e alta quota della Penisola Iberica.
Si tratta di una specie dal range di distribuzione molto ristretto che risulta minacciata in tutto il Vecchio Continente. Il lavoro ha, però, ora evidenziato che la maggior presenza di tali licheni è individuabile dove si trovano esemplari di pini neri antichi. Questi crescono tra le rocce e necessitano di pochissimo substrato. Possono vivere più di un millennio e nel loro lungo decadimento permettono ai licheni di prosperare.
Alberi antichi, specie in via di estinzione e uomo
Favorendo la sopravvivenza di altre specie a rischio estinzione, gli alberi antichi dimostrano di occupare un ruolo di rilievo all’interno degli ambienti che li ospitano. Proteggerli significa, quindi, sottolineano gli autori dello studio, tutelare la biodiversità. A livello di resistenza tali vegetali secolari si dimostrano estremamente abili.
Per quanto tanto il pino nero dei Pirenei, quanto altri alberi simili, presentino dei limiti, essi appaiono in grado di sopportare sia il freddo estremo, sia i periodi di siccità sempre più frequenti. La maggior minaccia per la loro sopravvivenza è rappresentata, quindi, dall’uomo che spesso sconvolge le dinamiche all’interno degli ecosistemi senza nemmeno rendersene conto. L’impatto del cambiamento climatico non fa altro che aggravare un quadro già compromesso.
Le specie a rischio estinzione sono sempre di più e la nozione che gli alberi antichi possono rivelarsi degli alleati nel limitare i danni non può essere ignorata. Munné-Bosch ha sottolineato che l’uomo è chiamato a comprendere che ogni individuo all’interno di una singola popolazione ha un ruolo non solo nella sopravvivenza della propria specie, ma, in un certo senso, all’interno dell’intero “ecosistema globale”. Profondo rispetto per la vita e consapevolezza dovrebbero fare, secondo gli autori, da concetti guida.