Nella poesia “Agli Alberi” Victor Hugo si rivolge alla natura e traccia i contorni di un’esperienza tanto intima, quanto condivisa.
“Agli Alberi” non è una delle opere più conosciute di Victor Hugo, ma la poesia non risulta per questo meno significativa. Lo scrittore, nato il 26 febbraio 1802 e morto il 22 maggio 1885, racconta nei versi un colloquio fra sé e la natura. Gli alberi diventano i destinatari di un intimo monologo e sono elevati a esseri senzienti. L’immersione nel paesaggio si trasforma nel mezzo ideale di contemplazione, mentre la solitudine appare tutt’altro che negativa.
“Agli Alberi” di Victor Hugo
Alberi della foresta, voi conoscete il mio animo!
Come gli invidiosi, la folla loda e critica;
Voi mi conoscete, voi! Mi avete spesso visto,
Solo nelle vostre profondità, guardando e sognando.
Voi lo sapete, la pietra su cui corre lo scarabeo,
L’umile goccia d’acqua di fiore in fiore caduta,
Una nuvola, un uccello, mi occupano un giorno intero.
La contemplazione m’empie il cuore d’amore.
Mi avete visto cento volte, nella vallata oscura,
Con le parole che dice lo spirito alla natura,
Interrogare sottovoce i vostri rami palpitanti,
E con lo stesso sguardo inseguire al tempo stesso,
Pensoso, la fronte chinata, lo sguardo nell’erba profonda,
Lo studio d’un atomo e lo studio del mondo.
Attento ai vostri suoni che parlano tutti un poco,
Alberi, mi avete visto fuggire l’uomo e cercare Dio!
Foglie che trasalite alla punta dei rami,
Nidi di cui il vento da lontano semina le piume bianche,
Chiarori, vallate verdi, deserti oscuri e dolci,
Voi sapete che sono calmo e puro come voi.
Come al cielo i vostri profumi, il mio culto a Dio si protende,
E son pieno di oblio come voi di silenzio!
L’odio sul mio nome sparge invano il suo fiele;
Sempre, – io vi attesto, oh boschi amati dal cielo! –
Ho cacciato lontano da me ogni pensiero amaro
E il mio cuore è ancora come lo fece mia madre!
Alberi dei grandi boschi che fremete sempre,
Io vi amo, e voi, edera alla soglia degli altri sordi,
Forre in cui si sentono filtrare le fonti vive,
Cespugli che gli uccelli saccheggiano, gioiosi convivi!
Quando sono tra voi, alberi di questi grandi boschi,
In tutto quel che m’attornia e mi nasconde al tempo stesso,
Nella vostra solitudine in cui rientro in me stesso,
Sento qualcuno di grande che m’ascolta e che mi ama!
Così, boschi sacri in cui Dio stesso appare,
Alberi religiosi, querce, muschi, foresta, Foresta!
È nella vostra ombra e nel vostro mistero,
Nella vostra chioma augusta e solitaria,
Che voglio riparare il mio sepolcro dimenticato
E che voglio dormire quando mi addormenterò.
La natura nella poesia “Agli Alberi” di Victor Hugo
Dalla poesia “Agli Alberi” appare chiaro il motivo per cui Victor Hugo è definito il padre del Romanticismo francese. Al centro del componimento troviamo lo stretto rapporto tra uomo e natura. La cornice del bosco è considerata dal poeta l’unico mezzo per trovare la pace, tanto nell’immediatezza di un momento di quiete, quanto nel senso figurato riferito al riposo finale.
Gli alberi diventano destinatari di invocazioni, nonché unici spettatori di un’autentica ricerca della verità che può avvenire solo in un intimo dialogo tra spirito e natura. Nel bosco il poeta riesce, allora, a “Fuggire l’uomo” e a lasciarsi alle spalle la frenesia della società, per ascoltare e interrogare lievi suoni e silenzio. In tale solitudine lo scrittore può immergersi completamente in se stesso e tornare alla propria purezza originale.
Dalla poesia “Agli Alberi” emerge un senso di devozione verso i grandi giganti verdi che Victor Hugo mostra anche altrove. Un’ulteriore prova traspare dalla sua celebre frase: “Fate come gli alberi: cambiate le foglie e conservate le radici. Quindi, cambiate le vostre idee ma conservate i vostri principi”. Questa rappresenta un invito a non trascurare la natura che ci circonda e, anzi, a trarne ispirazione.