Acque antartiche sempre più acide, in pericolo la vita

Le acque antartiche sono una risorsa fondamentale per la lotta al cambiamento climatico, ma i dati rivelano che esse stanno diventando di decennio in decennio più acide. Lo studio che lo ha ribadito è stato pubblicato in Nature Communications. Il lavoro ha preso in analisi diversi possibili scenari futuri e i risultati si sono rivelati allarmanti.

Lo studio sulle acque antartiche più acide
A indagare sule acque antartiche ormai sempre più acide ci ha pensato un team dell’Università del Colorado Boulder. I ricercatori, concentrandosi sulle Aree Marine Protette della zona, hanno utilizzato delle simulazioni per predire come i parametri del Freddo Oceano siano destinati a cambiare. Ne è emerso che entro il 2100 lo strato superficiale delle acque, entro i 200 m di profondità, potrebbe diventare del 100% più acido rispetto al 19esimo secolo.
Nell’Area Marina Protetta del Mare di Ross, al largo della punta Nord dell’Antartide, nel peggiore degli scenari relativi alle emissioni di gas serra, rischia di crescere del 104% rispetto al livello del 1990. Persino ipotizzando un’intermedia riduzione delle emissioni, in tale zona l’acidità sembra destinata ad aumentare del 43% entro la fine del secolo.
Acidificazione delle acque antartiche: le conseguenze
Il fatto che le acque antartiche stiano diventando più acide fa suonare ben più di un campanello d’allarme. Precedenti lavori hanno, infatti, dimostrato che quando il ph degli oceani si abbassa, il fitoplancton entra in crisi. Con tale definizione si indicano quegli organismi vegetali, e quindi in grado di effettuare la fotosintesi, presenti nel plancton.
In presenza di acque troppo acide tali esseri viventi, che sono alla base della catena alimentare marina, iniziano a morire e faticano a riprodursi. Le alterazioni chimiche indeboliscono anche le conchiglie di lumache e ricci di mare, creando ulteriori problemi negli equilibri trofici. Gli sconvolgimenti, in un effetto domino, rischiano di avere un impatto determinante anche sui predatori, fra cui rientrano balene e pinguini.
Acque antartiche più acide: le cause
Per evitare che le acque antartiche, e non solo, diventino così acide da mettere in pericolo flora e fauna, è necessario intervenire sulle cause. Guardando al fenomeno appare inevitabile puntare il dito verso le attività umane. All’alterazione del ph degli oceani contribuisce, infatti, in modo significativo il fatto che queste assorbano il 30% della CO2 prodotta a livello globale.
Maggiore è la quantità di questo gas disciolta in acqua, più le acque risultano acide. L’Antartico è, per altro, particolarmente suscettibile al fenomeno. Acque più fredde assorbono, infatti, maggiori quantità di anidride carbonica. A influenzare le dinamiche sono, però, anche le correnti oceaniche che insistono sulla zona. In un circolo vizioso lo scioglimento dei ghiacci, alimentato dal cambiamento climatico, non fa altro che peggiorare la situazione.
Cara Nissen, autrice leader dello studio, ha sottolineato che intervenire prima che le acque antartiche diventino troppo acide è ancora possibile, ma che il tempo stringe. A subire le conseguenze dell’acidificazione in aumento non saranno, secondo il team, solo gli strati superficiali dell’Oceano, ma anche quelli più profondi. È apparso evidente, per altro, che per quanto istituire delle Aree Marine Protette rimanga fondamentale, nemmeno queste zone risultano al sicuro.
