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Un muro di bolle nei fiumi: l’idea per bloccare i rifiuti

Un muro di bolle nei fiumi: l’idea per bloccare i rifiuti

The Great Bubble Barrier funziona grazie a un tubo immerso nel quale viene pompata aria compressa. E' in corso di sperimentazione in un canale di Amsterdam

Una barriera di bolle per fermare i rifiuti di plastica trasportati dai fiumi in mare. È un progetto entrato in funzione in uno dei numerosi canali di Amsterdam, il Westerdok. Un flusso di bolle sparate dal fondale del corso d’acqua blocca gli oggetti diretti verso il mare del Nord e successivamente vengono raccolti lungo uno degli argini. Il tutto senza interferire con attività umane e vita animale.

Barriera bolle Amsterdam

Il progetto della Great Bubble Barrier ad Amsterdam

La Great Bubble Barrier, questo il suo nome ufficiale, è un’idea di una startup olandese, trasformata in realtà alla fine del 2019 grazie al supporto del Comune di Amsterdam e dell’autorità regionale delle acque. Sarà operativa in via sperimentale per i prossimi tre anni, tutti i giorni 24 ore su 24. Il processo avviene grazie a un tubo diagonale di 60 metri con molti fori di uscita posizionato sul letto del canale. Al suo interno viene pompata aria compressa che uscendo dalle aperture va a creare il muro di bolle che intercetta la plastica. Il resto del lavoro è opera della corrente naturale che indirizza i rifiuti verso la riva, dove è stata costruita una piccola piattaforma per la loro rimozione. L’azione di questa tecnologia non comporta la chiusura del canale: la navigazione non viene interrotta e i pesci possono continuare a nuotare indisturbati.

“Due terzi della plastica negli oceani arriva da canali e fiumi”

Secondo i dati raccolti nei test, il sistema riesce a intercettare oltre l’80 per cento dei materiali che galleggiano in superficie fino a un millimetro di grandezza. Un’azione importante che mira a supportare il sistema di raccolta già operativo nella rete di canali della capitale olandese per fermare le ondate di plastica e altri rifiuti che navigano verso la foce. Le stime affermano che nel mondo ogni anno finiscono nei mari e negli oceani almeno 8 milioni di tonnellate di plastica, l’equivalente del carico di un tir composto da bottiglie, vassoi e contenitori. “Più di due terzi della plastica presente negli oceani arriva dai canali e dai fiumi - ha detto al The Guardian Philip Ehrhorn, una delle menti dietro questo progetto - quindi se devi intercettarli perché non farlo nei corsi d’acqua?. Non si poteva installare una barriera fisica nel canale: deve essere aperto per la fauna e per le altre attività”.

Obbiettivo: proporre la soluzione in tutti i fiumi

Una volta raccolti dall’acqua i rifiuti intercettati dalla Great Bubble Barrier verranno analizzati dal gruppo di attivisti Schone Rivieren (“Fiumi Puliti”). Il sistema già in uso nei corsi d’acqua di Amsterdam raccoglieva ogni anno 42mila chili di plastica, per lo più oggetti di grandi dimensioni. Ora con il muro di bolle si punta ad aumentare questa quota. L’obiettivo per il futuro è proporre questa soluzione in molti altri fiumi.


Marco Rizza
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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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