Transition Town: cosa sono le città del futuro

Negli ultimi anni, sempre più persone hanno iniziato a prestare attenzione alla sostenibilità ambientale e all'impatto delle loro azioni sul pianeta. Una risposta a questo crescente interesse è rappresentata dalle "Transition Towns", o città di transizione. Il movimento, nato nel Regno Unito da un’idea di Rob Hopkins, sta rapidamente diffondendosi in tutto il mondo.

Cosa sono le transition towns
Le Transition Towns sono comunità locali organizzate per affrontare i problemi ambientali e sociali attraverso un cambiamento radicale nei modi di produzione, consumo e distribuzione delle risorse. L'obiettivo finale è quello di creare una città resiliente, autosufficiente e basata sulle energie rinnovabili.
Le città di transizione si ispirano, tra le altre cose, alla permacultura e agli ecovillaggi. Si differenziano da questi ultimi per via del fatto che puntano a modificare un contesto già esistente e non a crearne uno nuovo. Il movimento infatti cerca di coinvolgere l'intera comunità: dagli individui alle imprese, alle organizzazioni non profit, alle istituzioni pubbliche.
Come funziona una città di transizione
Le Transition Towns si basano su tre pilastri principali: la riduzione delle emissioni di CO2, la resilienza e la rigenerazione. La riduzione delle emissioni è un obiettivo importante. L'inquinamento causato dalle attività umane infatti è una delle principali cause del cambiamento climatico. La resilienza spinge poi le città in transizione a diventare autosufficienti, in modo da poter continuare a funzionare anche in caso di interruzioni delle forniture di energia e cibo. Il principio della rigenerazione invece fa riferimento alla riparazione degli ecosistemi danneggiati e alla creazione di nuovi spazi verdi.
Per raggiungere questi obiettivi, le città di transizione stanno adottando una vasta gamma di strategie. Alcune di queste includono:
- l'istituzione di cooperative per l'energia rinnovabile (community energy),
- l'implementazione di progetti di mobilità sostenibile,
- la promozione dell'agricoltura urbana,
- la creazione di reti di condivisione e scambio di beni e servizi,
- la creazione di comunità resilienti attraverso la cooperazione e la solidarietà.
Transition Town in Italia
Il movimento delle Transition Towns sta crescendo in tutto il mondo. A livello globale sono oltre 2.000 le città in transizione, con un'espansione particolarmente significativa in Europa, Australia e Nord America.
In Italia, la prima transition town si trova a 20 km da Bologna. Monteveglio è un piccolo comune di 5000 abitanti che dal 2008 ha avviato una transizione verso uno stile di vita più sostenibile. In particolare sono state costruite scuole a consumo zero, si è sensibilizzata la popolazione sull’uso dell’acqua pubblica, si è introdotta la raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta che ha permesso di elevare al 70% la percentuale di riciclo, si è incentivata la produzione agricola per il consumo di verdura, frutta e carne a km 0, e si è dato il permesso di costruire case passive in legno.
Il movimento sta guadagnando sempre più attenzione e sostegno da parte delle istituzioni pubbliche, delle organizzazioni non profit e dei media. Le Transition Towns rappresentano un nuovo approccio alla sostenibilità ambientale e sociale. Mentre la sfida di creare città sostenibili e resilienti è enorme, le città in transizione stanno dimostrando che un futuro sostenibile è possibile.
