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Sull’Everest vivono due Gatti di Pallas: una grande scoperta scientifica

Sull’Everest vivono due Gatti di Pallas: una grande scoperta scientifica

Per la prima volta ci sono prove che sull’Everest vivono due esemplari di Gatti di Pallas, felini ad altissimo rischio estinzione

I Gatti di Pallas sono felini unici, difficili da studiare, ma ora la scienza ha fatto passi avanti. Durante una spedizione sono state, infatti, trovate per la prima volta tracce della presenza di tali animali sul Monte Everest. I risultati delle indagini sono stati pubblicati in Cat News e gli esperti sperano che le scoperte portino a concreti sforzi di conservazione.

gatti di Pallas
Foto: Johannes Heel @Unsplash

Che animali sono i Gatti di Pallas?

I Gatti di Pallas sono animali dalle caratteristiche uniche, classificati come a rischio estinzione. Tali felini sono stati descritti per la prima volta da Peter Simon Pallas nel 1776 e sono originari dell’Asia. Essi presentano dimensioni simili a quelle del gatto domestico, con corpo e coda che raggiungono rispettivamente la lunghezza di 65 e 31 cm, mentre il peso si aggira intorno ai 3-4.5 kg.

Il pelo appare folto e di colore grigio chiaro, con sfumature bionde e rossastre. Gli artigli risultano affilati e il morso è in grado di esercitare grande forza. I Gatti di Pallas sono, dunque, abili cacciatori, attivi per lo più nelle ore crepuscolari o notturne e hanno un carattere solitario. Queste caratteristiche, unite al fatto che essi si muovono in habitat impervi, hanno complicato la vita agli studiosi.

Gatti di Pallas sull’Everest

Alcuni scienziati hanno, ora, per la prima volta, trovato traccia della presenza dei Gatti di Pallas sulla cima dell’Everest. Le prove sono state raccolte durante una spedizione coordinata da National Geographic e Rolex Perpetual Planet, svoltasi nel 2019, che riuniva un team di ricercatori provenienti da 8 diversi Paesi. Gli studiosi hanno raccolto i campioni all’interno del Parco Nazionale di Sagarmatha, in due località a 6 km di distanza, situate a 5.110 e 5.190 m di altitudine. Le analisi degli escrementi hanno mostrato che gli esemplari di Gatti di Pallas presenti sono almeno due e che essi hanno a diposizione prede come Pika e donnole di montagna. A fare da concorrenti ci sono, però, le volpi rosse. Gli scienziati hanno definito la scoperta eccezionale dal punto di vista accademico e ambientale.

Agire

La scoperta della presenza di due Gatti di Pallas sulla cima dell’Everest apre importanti prospettive. I ricercatori hanno, infatti, sottolineato che essa mostra quanto tale remota area del pianeta sia ricca di biodiversità. La speranza è dunque che l’educazione a tale consapevolezza venga promossa. Oggi i Gatti di Pallas sono già seriamente minacciati dall’avanzare del cambiamento climatico e dal conseguente restringimento degli habitat.

Un altro pericolo importante è, però, costituito dal turismo. Il numero di persone che visitano il Parco Nazionale di Sagarmatha è, infatti, passato dalle poche decine di migliaia degli anni ’70 ai 50.000 ingressi registrati nel 2019. Ciò turba l’equilibrio naturale e l’importanza di imporre limitazioni o di istituire aree a ingresso vietato appare sempre più impellente.

Per la scienza aver provato che sulla cima dell’Everest vivono almeno due esemplari di Gatti di Pallas rappresenta tanto un traguardo, quanto un punto di partenza. La scoperta dimostra che la combinazione di genetica e ricerca in loco può rivelarsi vincente per studiare specie particolarmente abili a sfuggire all’uomo. Il proposito è ora quello di dar vita nel prossimo futuro a una nuova spedizione.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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