La neve è in continuo calo a causa del cambiamento climatico e alcune zone di Stati Uniti ed Europa corrono verso il punto di non ritorno.
Il cambiamento climatico è una minaccia per il pianeta e uno studio ha ora confermato che esso sta avendo un impatto devastante anche sulla neve. Il lavoro pubblicato su Nature ha, infatti, evidenziato che diversi luoghi nell’emisfero settentrionale stanno subendo enormi perdite di manto bianco e che alcune località sono vicine a raggiungere il punto di non ritorno. A preoccupare sono le conseguenze per scorte idriche, economia e natura.
Cosa può provocare il cambiamento climatico alla neve?
Il cambiamento climatico continua la sua corsa e ora è certo che il fenomeno sta avendo un’influenza irreversibile anche sulla neve. Stando a quanto certificato in un nuovo studio, infatti, tanto in Europa quanto negli USA la maggior parte dei bacini fluviali ha sperimentato negli ultimi 40 anni una diminuzione del manto nevoso. Con questo termine si indica l’insieme di strati sovrapposti capace di immagazzinare una serie di informazioni sull’inverno.
Questo dovrebbe raggiungere il picco a marzo, ma a preoccupare sono proprio i minimi storici toccati da molti siti in tale momento. Gli scienziati hanno persino identificato un punto di non ritorno. Quando una regione raggiunge temperature medie invernali superiori a -8 °C, infatti, le perdite di manto bianco sono massime anche con lievi risalite dei termometri.
Lo studio su neve e cambiamento climatico
A concentrarsi su quanto il cambiamento climatico stia influendo sulle variabili relative alla neve ci ha pensato un team del Dartmouth College di Hannover, nel New Hampshire. I ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 169 bacini fluviali sparsi nell’emisfero settentrionale. L’obiettivo era verificare quanta neve fosse rimasta ogni anno a marzo tra il 1981 e il 2020. Ne è emerso che l’80% delle località analizzate, concentrate però a latitudini e altitudini significative, hanno sperimentato perdite minime.
Tra Alaska, Canada e Asia Centrale si sono persino verificati aumenti del manto nevoso. Lo stesso non vale per il restante 20% delle località esaminate. Le situazioni maggiormente critiche sono state individuate negli Stati Uniti Nord-Orientali e Sud-Occidentali, nonché tra Europa Centrale e Orientale. Qui le perdite si sono attestate intorno a valori del 10-20% per decennio.
Previsione per neve e cambiamento climatico
I dati su quanto il cambiamento climatico si stia rivelando preoccupante per la questione neve sono significativi. A rischio ci sono, infatti, le scorte idriche su cui contano grandi porzioni della popolazione mondiale. Il manto nevoso conserva al suo interno grandi quantità di acqua e, sciogliendosi in modo graduale durante le stagioni calde, fa da importante riserva. Quando esso si disgrega velocemente, però, la sua funzione di serbatoio viene meno.
Ciò rende inutili anche gli aumenti di precipitazioni nevose presentatisi sotto forma di fenomeni meteo estremi in alcune regioni, dato che, anche in questo caso, l’acqua finisce per non essere utilizzata. Le problematiche coinvolgono anche l’economia. Molte località si sono già viste costrette a rinunciare ai guadagni basati sul turismo da sport invernali e il rischio è che in futuro i numeri crescano.
La neve è una preziosa fonte di risorse di cui il cambiamento climatico ci sta privando. Per quanto l’80% dei siti analizzati appaia, per ora, al sicuro, i numeri riguardanti la popolazione mondiale residente in aree a rischio non sono altrettanto incoraggianti. Le prime zone ospitano, infatti, 570 milioni di abitanti, mentre oltre 2 miliardi di persone vivono in regioni che sperimentano medie invernali già superiori a -8 °C.