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Invasione di locuste: servono pesticidi naturali per evitare il disastro ambientale

Invasione di locuste: servono pesticidi naturali per evitare il disastro ambientale

Per controllare l’invasione di locuste in atto nell’est dell’Africa servono pesticidi naturali per ovviare a quello che sarebbe altrimenti un disastro ambientale.

Un’enorme invasione di locuste per la quale servirebbero grandi quantità di pesticidi naturali, i quali a differenza di quelli chimici, non andrebbero a danneggiare l’ecosistema, altre specie e l’uomo, colpendo in maniera mirata solo gli insetti infestanti ed evitando così il disastro ambientale.

Le cause dell’invasione delle locuste

A formare l’immenso sciame responsabile di questa solita invasione di locuste sono esemplari della specie Schistocerca gregaria. Una locusta del deserto che, normalmente, conduce una vita solitaria ma che finisce, in particolari condizioni, a sciamare creando non pochi problemi all’ambiente e agli agricoltori. Le condizioni a causa di questa inusuale invasione sono da riferirsi alle abbondanti piogge portate dai cicloni del 2018, seguite dal clima caldo del 2019. Queste locuste del deserto, infatti, necessitano di terreni umidi per poter deporre le uova e, nei casi in cui le piogge durino a lungo, si registrano aumenti esponenziali della popolazione.

I primi grandi sciami si sono registrati in Etiopia e in Somalia a inizio 2020 e la situazione è degenerata fino a interessare diverse altri stati tra cui il Kenya, tra quelli più gravemente colpiti. Basti pensare che si stima che lo sciame di locuste sulla nazione abbia raggiunto l’estensione di 2.400 chilometri quadrati. Come se una superficie di circa due volte quella della città di Roma fosse ricoperta da voraci locuste. Per comprendere la portata catastrofica del fenomeno basti pensare che solitamente gli sciami hanno un’estensione - già distruttiva - di circa 100 chilometri quadrati, al cui interno si stima un numero di esemplari dai 4 agli 8 miliardi.

Pesticidi naturali per combattere l’invasione delle locuste

Sfortunatamente gli sciami infestanti si stanno muovendo verso il Medio Oriente e l’India con velocità preoccupante, richiedendo la messa in atto di misure straordinarie. Per fermare un’invasione di locuste di questa dimensione gli scienziati propenderebbero per l’utilizzo di pesticidi naturali, per evitare il disastro ambientale che causerebbe l’adozione su così larga scala di soluzioni chimiche dannose anche per altre specie, tra cui l’uomo. Nello specifico, l’idea degli scienziati sarebbe quella di ricorrere al fungo Metarhizium anisopliae, capace di colpire selettivamente le locuste.

Vi sono, tuttavia, diverse criticità relative all’utilizzo di questa soluzione contro l’invasione delle locuste: in primo luogo la reperibilità di una quantità adeguata del pesticida naturale in un lasso di tempo utile; e in secondo, il tempo necessario perché sia efficace, circa 15 giorni, contro le poche ore dei più aggressivi prodotti chimici. Naturalmente, si tratta di un tempo che in troppi agricoltori non hanno il lusso di poter aspettare, il che complica ulteriormente la questione.

Questa invasione di locuste, di biblica memoria, sta creando diversi problemi, come immaginabile anche alla cooperazione tra le istituzioni. Per cominciare la FAO e le Nazioni Unite hanno stanziato con urgenza 138 milioni di dollari per affrontare il problema, metà per supportare le popolazioni e metà per la lotta attiva alle locuste. Dall’altro lato vi è la Desert Locust Control Organization for Eastern Africa (DLCO-EA) con sede ad Addis Abeba impegnata nel controllo di fenomeni di questo tipo, la quale, però, da anni si trova in seria difficoltà finanziaria a causa del ritardo degli stanziamenti da parte di alcuni dei paesi membri.

Volendo assumere un punto di vista più ampio sulla vicenda, dietro a questa terribile invasione di locuste si cela un nemico ben peggiore e già noto: il cambiamento climatico. Se la nostra specie non riuscirà nei prossimi anni ad invertire la rotta deleteria seguita fino ad ora, fenomeni come questi potrebbero essere solo l’inizio di uno scenario destinato ad aggravarsi.


Fabrizio Inverardi
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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