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Giornata mondiale degli oceani: ecco i rischi che corrono le acque del pianeta

Giornata mondiale degli oceani: ecco i rischi che corrono le acque del pianeta

L'8 giugno è la Giornata mondiale degli oceani, ma le acque del nostro pianeta non sono mai state così a rischio come oggi

L’oceano, l’enorme superficie d’acqua che caratterizza il nostro pianeta, copre circa il 70% dell’intera superficie terrestre. È allo stesso tempo fonte di vita e garanzia di sostentamento non solo per il genere umano ma per tutti gli altri organismi viventi. L’oceano è fondamentale per l’economia di moltissime nazioni e da solo l’oceano circa la metà di tutto l’ossigeno presente nell’atmosfera terrestre. Eppure per questo 8 giugno, data in cui ricorre la Giornata Mondiale degli Oceani, il panorama sulla salute delle acque del pianeta sembra meno incoraggiante che mai.

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Foto: Pexels @Pixabay

Giornata mondiale degli oceani: acque a rischio

Secondo le stime delle Nazioni Unite, oggi almeno il 90% delle grandi popolazioni di pesci nelle nostre acque sono esaurite o in via di esaurimento, il 50% delle barriere coralline è sbiancato o distrutto. Sono solo alcune delle tante minacce che colpiscono duramente i nostri oceani. La Giornata Mondiale degli Oceani è un’occasione per riportare l’attenzione sull’importanza fondamentale di mantenere gli oceani in salute attraverso interventi di conservazione, prima che i danni siano irreversibili. Ma quali sono le minacce principali che corrono i nostri oceani?

Inquinamento industriale e agricolo

Sostanze tossiche, scorie nucleari, metalli pesanti come mercurio, pesticidi e fertilizzanti usati in agricoltura in particolare fosfato e aziono oltre ad acque reflue non trattate: l’inquinamento prodotto dall’uomo sulla terraferma si riversa ogni giorno nelle acque degli oceani. In aggiunta si uniscono perdite di petrolio, scarichi delle navi farmaci e agenti patogeni utilizzati nel crescente mercato dell’acquacoltura. L’inquinamento presente nell’acqua finisce per contaminare flora e fauna marina, spesso entrando nella catena alimentare e ritornando all’uomo con effetti nocivi per la salute.

Pesca eccessiva

Secondo una stima della FAO, Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura, oltre il 70% delle specie ittiche del mondo è completamente sfruttato o esaurito. L’aumento della pesca su scala industriale a livello mondiale non solo rischia di consumare le risorse ittiche più velocemente di quanto siano in grado di rigenerarsi, ma mette in pericolo anche la vita di altre specie come mammiferi marini e uccelli, distruggendo a cascata interi ecosistemi

Riscaldamento delle acque

Il riscaldamento globale del pianeta sta provocando un innalzamento anche della temperatura degli oceani. L’aumento della temperatura dell’acqua porta a cambiamenti drammatici negli ecosistemi marini con conseguenze spesso letali per un altissimo numero di specie a partire dalle barriere coralline, habitat di migliaia di specie differenti e a rischio con un aumento della temperatura di soli 0,5°C. L’aumento delle temperature inoltre causa lo scioglimento dei ghiacciai, alzando il livello delle acque e mettendo a rischio innumerevoli habitat costieri che rischiano di scomparire, sommersi per sempre.

Plastica

L’oceano sta sempre più diventando un cimitero galleggiante di rifiuti di plastica. Micro e macro. Al largo del pacifico la Great Pacific Garbage Patch, un’isola di rifiuti plastici galleggianti, ha superato come superficie l’estensione di Italia e Germania messe assieme. Senza interventi di riduzione della produzione di materie plastiche e sforzi di contenimento, si stima che entro il 2050 il peso della plastica nei nostri oceani supererà quello dei pesci.

Acidificazione delle acque

Secondo l’UNESCO ogni giorno vengono aggiunte dai 20 ai 25 milioni di tonnellate CO2 negli oceani. Più CO2 nell’acqua comporta uno squilibrio del pH, portando ad avere oceani più acidi. La situazione è particolarmente grave nelle aree tropicali dove gli ecosistemi marini sono particolarmente fragili ai cambi d’acidità mettendo a rischio la sopravvivenza di molte specie con imprevedibili effetti a cascata sulle catene alimentari.

Cosa fare per salvare gli oceani?

Il focus di questa Giornata Mondiale degli Oceani sarà sulla “Rivitalizzazione: azione collettiva per l'oceano”, nel tentativo di coinvolgere più paesi, imprese, associazioni e cittadini possibile in un utilizzo più responsabile della risorsa oceano. In particolare, diversi scienziati a livello mondiale hanno individuato come almeno il 30% della superficie oceanica dovrebbe venire protetto e tutelato per preservare la capacità dei sistemi di supporto degli oceani di rigenerarsi e garantire il mantenimento delle risorse naturali. Lo stesso spirito di preservazione del 30% della superficie dovrebbe applicarsi anche alla terraferma. Entro il 2030. Ad oggi, meno del 17% delle terre emerse è protetta e solo l’8% di tutti gli oceani.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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