Le ragazze non vogliono più figli
L’emergenza climatica si aggiunge quindi alle cause, come l’incertezza economica e lavorativa vissuta dai giovani in Italia, che bloccano i progetti di avere figli. Basti pensare che negli Stati Uniti l’11 percento degli adulti senza figli citano i cambiamenti climatici come una delle “ragioni principali” per la quale non sono ancora diventati genitori. Un altro 15 percento la nomina invece coma “ragione secondaria”. A riportarlo, un sondaggio condotto nel 2020 da Morning Consult, società specializzata.
La paura della crisi climatica
Un motivo meno menzionato, certo, rispetto ai problemi economici oppure all’aspirazione di avere una carriera professionale di alto livello. Tuttavia, la risposte al sondaggio suggeriscono che sta scalando la classifica tra le giovani generazioni, in particolare tra i ragazzi della Generazione Z (i nati tra il 1997 e il 2012). Oltre alla preoccupazione per il futuro degli eventuali figli, si fa sempre più largo anche il pensiero che avere un bambino è qualcosa che impatta in maniera pesante sul clima.
Non è la prima testimonianza che fornisce indicazioni in questo senso. Sempre nel 2020, lo studio americano "Eco-reproductive concerns in the age of climate change", pubblicato su Climate Change, aveva registrato tra gli intervistati di età compresa tra 27 e 45 anni “alti livelli di paura per la loro prole alle prese con un’apocalisse climatica e il fattore del cambiamento climatico nelle loro scelte riproduttive”. Timori che, considerata la globalità dell’emergenza, possono essere facilmente identificati anche tra i ragazzi del resto del mondo
Un diritto violato?
Può il fenomeno essere letto come una violazione dei diritti umani? Per Fair Start Movement e Population Balance, due organizzazioni no profit americane, la risposta è sì. Per questa ragione, sono passate all’azione. A ottobre 2021, hanno presentato una denuncia al Consiglio dei diritti umani dell’Onu a nome di alcune giovani donne. Un reclamo nel quale affermano esplicitamente che l’Onu non è stata in grado di proteggere il diritto delle nuove generazioni di avere figli in modo sicuro e sostenibile.
L’organizzazione internazionale ha il dovere di interpretare “il diritto di costituire una famiglia” sancito dall’articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. In questo caso, difenderlo in nome delle future generazioni. Invece, secondo una portavoce dell’ong Fair Start Movement, i Paesi membri dell’Onu hanno fallito in questo compito “incoraggiando modelli di crescita della popolazione insostenibile che hanno contribuito ai cambiamenti climatici”.