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Cos'è la lotta biologica nell'orto?

Cos'è la lotta biologica nell'orto?

Combattere i fitofagi senza far ricorso a prodotti chimici è possibile grazie alla lotta biologica, scopriamo cos'è e come funziona.

La lotta biologica è una strategia di lotta agli organismi dannosi per una cultura mediante l’utilizzo di altri organismi antagonisti. Si differenzia dalla lotta naturale sotto molti aspetti anche se entrambe concorrono al medesimo fine. Vediamo cos'è la lotta biologica e come viene messa in atto.

Cos'è la lotta biologica nell'orto?
@envatoelements

Lotta biologica: cos'è

La lotta biologica ha lo scopo di controllare la presenza dei fitofagi tramite l'utilizzo di organismi viventi predatori, parassitoidi o patogeni. Per fitofago si intende un qualunque organismo che vive a spese del vegetale. Gli antagonisti invece vengono definiti agenti biotici e comprendono insetti, acari, nematodi, batteri, virus e funghi.

In un sistema in equilibrio, come può essere una foresta, queste pratiche si autoregolano. Il discorso è invece diverso quando si parla di agroecosistema ossia una coltivazione intensiva, solitamente una monocultura, che offre quindi poca biodiversità e ampio spazio ai fitofagi per proliferare. 

Se ben applicata, la lotta biologica è sicura per l'ambiente, selettiva e specifica. Non mancano infatti in letteratura esempi di lotte biologiche che hanno sortito più danni che benefici contribuendo alla diffusione di specie invasive. Per applicare con successo la lotta biologica è necessario infatti conoscere l'ecologia e la biologia non solo degli insetti utili ma anche di quelli dannosi. 

Tra gli insetti ausiliari che proteggono senza causare danni all'ambiente ci sono:

  • Coccinelle: sia la bipuntacta che la septepuntacta, grandi predatrici di afidi;
  • Crisopa: poco conosciuta ma anch'essa grande divoratrice di afidi oltre che cocciniglie farinose, acari, tisanotteri e psille;
  • Nematodi: naturalmente presenti nel terreno sono utili per combattere limacce, formiche, piralide del bosso, larve di oziorinco o maggiolino, dorifere, punteruolo rosso, carpocapsa del melo, del pero e del noce. 

La lotta biologica può avvenire con il metodo propagativo, ossia introducendo nemici del fitofago prelevandoli dalla stessa zona di origine; con il metodo inondativo ossia attraverso una liberazione massiva; con il metodo inoculativo ossia con una liberazione periodica di esemplari che possono essere o meno autoctoni; infine con il metodo protettivo ossia preservando gli esemplari già presenti.

Differenza tra lotta naturale e lotta biologica

Sebbene sembrino due pratiche simili, in realtà lotta naturale e lotta biologica non sono la stessa cosa. La lotta naturale ha più che altro come obiettivo la conservazione e l'incremento dei nemici naturali già presenti nell'ambiente. Questo può avvenire grazie alle siepi a protezione degli insetti utili oppure alle piante erbacee spontanee. Le prime fungono da riparo, favoriscono la biodiversità e creano un micro habitat per insetti e acari. Le seconde invece sono un'ottima fonte di polline e nettare oltre che un rifugio per acari e fitomizi innocui per le piante ornamentali.


Beatrice Piselli
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Dopo una Laurea in Ingegneria mi sono allontanata dai numeri e avvicinata a nuove forme di espressione, come la fotografia e la scrittura. Il mio blog, Il Cucchiaio Verde, racchiude entrambe le passioni e ha come filo conduttore uno stile di vita vegetariano.
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Dopo una Laurea in Ingegneria mi sono allontanata dai numeri e avvicinata a nuove forme di espressione, come la fotografia e la scrittura. Il mio blog, Il Cucchiaio Verde, racchiude entrambe le passioni e ha come filo conduttore uno stile di vita vegetariano.
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