Il problema dello sbiancamento dei coralli
Per salvare i coralli gli scienziati stanno cercando di coltivarli in laboratorio per poi ripiantarli sulle barriere coralline, dove il fenomeno dello sbiancamento è in rapida crescita.
I ricercatori dell’Australian Institute of Marine Science (AIMS) stanno lavorando da tempo a soluzioni che possano limitare e parzialmente risolvere questo grave problema che sta colpendo ovviamente anche la Grande Barriera Corallina Australiana.
Lo sbiancamento dei coralli è un fenomeno estremamente preoccupante che coinvolge le alghe zooxanthellae fotosintetizzanti che vivono in simbiosi con i polipi del corallo fornendo loro il nutrimento necessario oltre che il colore caratteristico.
A causa dell’aumento della temperatura dell’oceano, le alghe non producono più il nutrimento necessario al corallo il quale le espelle con la conseguenza che perde il suo colore acceso, diventando di colore pallido o persino completamente bianco.
Il colore dei coralli è infatti tanto più intenso tanto quanto questa alga è concentrata sulla superficie del corallo stesso. Il grave problema risiede nel fatto che senza il nutrimento di queste alghe, il corallo diventa dapprima bianco per poi morire di fame. Il fenomeno dello sbiancamento non è nuovo, in altre epoche passate le barriere coralline hanno subito questo fenomeno, ma mai in dimensioni così vaste come quello a cui si sta assistendo negli ultimi anni in tutto il globo.
Salvare il corallo coltivandolo in laboratorio
Lo studio condotto dagli scienziati dell’Australian Institute of Marine Science (AIMS) ha permesso di far crescere i coralli in un esperimento in laboratorio che punta a studiare il problema dello sbiancamento ed ottenere il maggior numero di informazione per cercare di contrastarlo o ridurlo il più possibile.
L’esperimento vuole far in modo di creare attraverso la genetica delle specie di corallo che siano il più possibile resistenti agli sbalzi termici in modo da resistere maggiormente al riscaldamento degli oceani. Attraverso complessi studi che permettono a queste specie di corallo ibride di essere sollecitate a variazioni di temperatura, i coralli ibridi creati dagli scienziati stanno rispondendo molto bene alle sollecitazioni, dimostrando una resistenza fino al 26 volte superiore ai coralli della Grande Barriera.
Ovviamente il team di ricerca non si sta concentrando solo sui coralli ma anche sulle alghe zooxanthellae simbiotiche, che sono anch’esse fondamentali per il nutrimento dei coralli e quindi per la loro sopravvivenza.