inNaturale
Home
>
Coltivare non è mai stata una prerogativa solo umana

Coltivare non è mai stata una prerogativa solo umana

È considerato quasi all’unanimità come uno dei passaggi fondamentali nell’evoluzione culturale umana, la domesticazione delle piante, avvenuta 12.000 anni fa, ci ha permesso di diventare sempre più indipendenti dai capricci della natura. Eppure non siamo stati i primi a sviluppare questo tipo di rapporto con le piante, o con gli animali nel caso dell’allevamento. A batterci, e di parecchi milioni di anni, sono state le formiche.

Un microcosmo complesso

Centinaia di specie diverse di formiche, assieme ad alcune termiti e coleotteri, hanno coltivato e allevato per decine di milioni di anni. In particolare, sono due le categorie principali di domesticazione praticate da queste operose lavoratrici: alcune coltivano diversi tipi di funghi, altre invece riescono addirittura ad allevare con successo gli afidi.

In entrambi questi casi la relazione che si instaura tra i due organismi viene definita come simbiotica, dove semplicemente due specie hanno qualche tipo di interazione, ma più precisamente si tratta di una forma di mutualismo, in cui entrambe le specie ricevono aiuto reciprocamente: funghi e afidi possono digerire alcune sostanze che le formiche non riesco a degradare, quindi possono fornire loro le sostanze rielaborate adatte per la dieta.

Nutrimento condiviso e protezione

In cambio di questa dieta vantaggiosa le formiche forniscono protezione ai loro ospiti e ovviamente il nutrimento per farli crescere sani e vigorosi. In ogni caso le specie che si sono evolute attraverso il mutualismo con i funghi sarebbero più di 200, e lo fanno da oltre 50 milioni di anni. Ma come ci riescono? Molte si dedicano alla raccolta di foglie morte in cui si imbattono continuamente sul terreno, visto che è più facile per i funghi digerire materia organica in parte già decomposta.

Durante gli ultimi milioni di anni però le formiche tagliafoglie hanno sviluppato un metodo più efficace di coltivazione, basato sull’utilizzo di foglie fresche. Queste vengono tagliate in pezzi e trasportate all’interno del formicaio per poi venire ulteriormente sminuzzate, masticate e rigurgitate come fertilizzante per i funghi. Questi ultimi a loro volta si sono evoluti sviluppando una serie di cluster ricchi di nutrienti chiamati gongliadi, perfetti per essere sfruttati dalle formiche.

Fonti: sciencedaily.com – nytimes.com – modernfarmer.com


Matteo Buonanno Seves
Matteo Buonanno Seves
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
Iscriviti alla newsletter
Resta aggiornato sulle ultime novità editoriali, i prodotti e le offerte