L’energia termica dell’oceano sfrutta la differenza di temperatura dell’acqua marina per produrre energia rinnovabile e sostenibile.
Quando si parla di fonti energetiche rinnovabili vengono subito in mente gli impianti fotovoltaici e i parchi eolici. Tuttavia, esistono anche altre fonti che possono essere utilizzate per ricavare energia meno inquinante rispetto a quella ottenuta dai combustibili fossili. Tra queste c'è l’energia termica dell’oceano, possibilità che diversi Paesi stanno valutando con interesse. I costi di produzione, tuttavia, sono ancora abbastanza proibitivi.
L’energia termica dell’oceano
L’energia termica dell’oceano (chiamata anche energia talassotermica) può generare elettricità 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno, senza quasi emettere anidride carbonica. La si ottiene utilizzando uno strumento chiamato Ocean Thermal Energy Conversion (OETC). Questa tecnologia permette di sfruttare il gradiente termico (la differenza di temperatura tra l’acqua in superficie e quella in profondità) per produrre energia.
Si parla di energia termica dell’oceano già tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Bisogna, però, aspettare gli anni ’70 per vedere i primi risultati nella ricerca e nello sviluppo di questa tecnologia. Attualmente sono presenti pochi impianti di questo genere in tutto il mondo. Inoltre, principalmente sono installazioni dimostrative, poiché ci sono ancora delle problematiche legate ai costi di realizzazione che ne impediscono la produzione sul mercato globale.
I vantaggi dell'energia termica dall'oceano
L’energia termica dell’oceano potrebbe rispondere all’esigenza di produrre elettricità di base con un basso impatto ambientale. Infatti, la tecnologia OETC permetterebbe di avere una disponibilità stabile e costante nel corso del tempo, al contrario di altre fonti rinnovabili, come ad esempio quella solare che varia in base alle condizioni meteorologiche.
Secondo gli esperti, questa fonte energetica potrebbe arrivare a produrre fino a 10mila TWh/anno di elettricità. A beneficiarne sarebbero soprattutto i Paesi distribuiti nelle fasce equatoriali del pianeta. Infatti, in queste aree la differenza di temperatura tra l’acqua in superficie e quella in profondità può essere anche maggiore di 20°C.
Gli impianti
Al momento, come accennato, non sono molto numerosi gli impianti destinati a sfruttare l’energia termica dell’oceano. In Giappone ne sono presenti due sperimentali, uno da 30 kW e l’altro da 100 kW. Inoltre, il Paese del Sol Levante ne sta progettando un terzo da 1 MW di potenza. Altri progetti sono pianificati per essere realizzati in India, Filippine, Maldive, Bahamas e Sri Lanka.
Anche l’Europa ha un suo progetto legato all’energia termica dell’oceano. E' stato battezzato Plotec e ha ricevuto dall’Unione Europea un finanziamento superiore ad un milione di euro. Il suo scopo è quello di realizzare una piattaforma OETC in grado di resistere ai fenomeni atmosferici estremi, caratteristici soprattutto nelle aree tropicali.
Fonti rinnovabili
La ricerca sull’energia termica dell’oceano è la dimostrazione che esistono diverse fonti energetiche rinnovabili che possono far invertire la rotta sull’inquinamento atmosferico e contribuire a ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici. Le possibilità ci sono, bisogna solo avere la volontà di trasformarle in realtà rendendole accessibili a tutti.